L’auto elettrica avrà prezzi ancora molto onerosi quando comincerà a essere disponibile nelle concessionarie,  a partire dal 2011 e solo da alcuni costruttori. Per questo l’affermazione della mobilità elettrica nei prossimi dieci anni  dipenderà molto anche dall’impegno pubblico. Il governo irlandese ha deciso, d’intesa con il gruppo Renault-Nissan (oggi il costruttore più avanzato sull’auto elettrica, con oltre 50 partnership siglate nel mondo), incentivi all’acquisto di vetture a zero emissioni per 5.000 euro. Contemporaneamente, la Esb, la più importante utility energetica del paese, si è impegnata a costruire 3.500 stazioni di ricarica e 30 punti di ricarica veloce. L’Irlanda segue analoghe decisioni prese nei mesi scorsi da altri paesi europei. La Gran Bretagna ha varato un taglio delle tasse di 5.000 sterline per chi acquisterà un’auto a volt, il Congresso americano ha messo sul piatto l’analoga somma di 7.500 dollari, i governi francese e giapponese hanno incentivi fiscali per il medesimo acquisto pari rispettivamente a 5.000 euro e a 700 yen, la Spagna investe 590 milioni di euro in eco-incentivi. La Danimarca, paese dove per altro Renault-Nissan sta sperimentando le sue auto elettriche (come anche in Israele e in Portogallo)  è la più virtuosa: qui è previsto un taglio di tasse per l’equivalente di 40.000 dollari e parcheggio gratis in centro a Copenaghen per chi acquista un’auto elettrica.

Il governo italiano, invece, pensa solo al nucleare. Mentre Renault-Nissan ha comunque firmato un accordo con l’Enel, affinché il gruppo italiano studi infrastrutture di ricarica compatibili con i prodotti del gruppo franco-giapponese. Non la Fiat.

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