L’editore Baldini farebbe bene a ristampare “Luraghi, l’uomo che inventò la Giulietta”, uscito nel maggio del 2001 a firma di Rinaldo Gianola. L’occasione c’è: i 100 anni dell’Alfa Romeo in calendario il prossimo 24 giugno ma anche la trattativa fra la Fiat e il sindacato sull’utilizzo delle fabbriche italiane del gruppo. Giuseppe Luraghi, di formazione socialista riformista, è il manager di grandi aziende pubbliche e private che volle fortissimamente la nascita della prima Giulietta nel 1954, oggi arrivata alla sua terza generazione su cui il marchio in rosso dell’Alfa punta molto. Gianola ricostruisce la vicenda Luraghi avendo avuto accesso all’archivio privato del manager milanese. Nel libro, di cui raccomandiamo caldamente la lettura per avere una visione non agiografica della storia dell’Alfa, si racconta tra le altre cose di quando Luraghi mette mano all’Alfa Romeo prima come direttore generale di Finmeccanica (cui l’azienda appartiene) e poi come amministratore delegato dal 1960  fino al 1973. In mezzo ci sono i suoi scontri con la Fiat di Valletta e degli Agnelli e la nascita delle fabbriche di Arese, di Pomigliano (da lui voluta) e il suo no a due ministri democristiani che chiedevano per motivi clientelari un altro impianto ad Avellino. Un no che costa il posto a Luraghi, reo – come scrive – di non saper “curvare la schiena“.

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