Il salvataggio dell’auto di Detroit, attraverso la bancarotta controllata di Gm e Chrysler operata dall’amministrazione Obama  quasi dodici mesi fa, è probabilmente la cosa migliore fatta in economia dalla Casa Bianca. La Gm ha chiuso il suo primo trimestre in utile degli ultimi tre anni, per 865 milioni di dollari contro il rosso di 6 miliardi di dollari dell’anno precedente. Il mese scorso, il colosso dell’auto ha restituito in anticipo al governo prestiti per 6,7 miliardi, un buon segnale anche se ne restano ancora 43 miliardi.  Nei dieci mesi seguiti alla bancarotta, la nuova Gm (in cui il governo federale è azionista) ha aumentato le vendite del 24% e ha utilizzato la capacità produttiva delle sue fabbriche nordamericane al 84% (contro il 40 dell’anno precedente).  La crisi non è finita, ma qualcosa sembra muoversi. La Chrysler, lasciata dalla Casa Bianca nelle mani della Fiat piuttosto che farla chiudere e cancellare 400.000 posti di lavoro, comincerà a restituire parte dei suoi prestiti l’anno prossimo e al completo entro il 2014. Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo, ha promesso che Chrysler tornerà in utile in un solo anno e in borsa prima del previsto, prevedibilmente entro il 2011. La “vecchia” Chrysler – gestione precedente all’arrivo della Fiat – nel frattempo ha restituito al governo un prestito di 1,9 miliardi sui 4 avuti.

Certo non è tutto oro quello che luccica. Non è che di colpo Gm e Chrysler hanno capito come si fanno auto che si vendano: la bancarotta pilotata è servita a fare pulizia della maggior parte dei debiti pregressi e il taglio dell’occupazione con la chiusura di diverse fabbriche hanno fatto il resto. A Obama, scrive oggi il Financial Times in un lungo articolo dedicato ai consiglieri economici della Casa Bianca e alla loro capacità insieme al presidente di dare una svolta all’economia americana,  “non ha fatto piacere prendere temporaneamente la guida della General Motors o azioni di banche nei guai”. Ma è stata una cura, per quanto controversa, che sta avendo i suoi effetti.

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