In Germania il mercato auto ha chiuso con il segno meno per il quarto mese consecutivo. -17,1% in marzo, colpendo un po’ tutti, a cominciare dal gruppo Volkswagen con un -7% di vendite.  Ma che scenario si apre per i costruttori europei se, in un continente disastrato dalla recessione, anche il primo mercato continua ad andar sotto? Volkswagen ha ovviamente meno problemi di Fiat o Renault, potendo contare su una più forte presenza globale e sulla esportazione. Vero cavallo di Troia del sistema paese tedesco, non più locomotiva d’Europa ma pronto a ripartire puntando ancora massicciamente sull’export (guerra delle valute da parte di dollaro e yen permettendo, contro cui i costruttori tedeschi investiranno 25 miliardi di dollari entro il 2017). Nel primo trimestre dell’anno, le vendite globali del gruppo Volkswagen sono cresciute del 5% (solo però dello 0,2% in marzo), grazie soprattutto alla Cina che tira il carretto per tutti (+11%) e perdendo il 5,9% in Europa occidentale.  Ma quei costruttori non messi bene in Cina, come se la caveranno?

Il mercato tedesco in calo in effetti è l’altra faccia dell’incubo per  coloro che hanno in Europa occidentale la maggior parte del loro business e che già pagano pesantemente i crolli di Spagna e Italia. Qui i dati sulla Germania in marzo  Ma l’aria che tira dal Reno non è granché. Restando al settore automotive, Schaeffler (componentistica) ha annunciato il licenziamento della metà della sua forza lavoro, 750 su 1.500 dipendenti. Continental, gigante dei pneumatici, nel primo trimestre ha chiuso in rosso. L’indice della fiducia degli imprenditori tedeschi in aprile è andato giù, mentre in marzo i disoccupati sono stati più del previsto (sebbene il livello sia rimasto al 6,9%). Domani, dicono l’associazione dei costruttori VDA e l’Ocse per i macroeconomici, sarà migliore.  Lascerei un punto interrogativo, dopo 18 mesi di cali consecutivi del mercato in Europa, certifica Acea.

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