L’industria giapponese dovrebbe fare un monumento al premier Shinzo Abe. L’Abenomics  del premier ha portato alla svalutazione dello yen di circa il 20%: i prodotti dell’industria locale sono ora più competitivi e i ricavi delle vendite nei Paesi stranieri, grazie al cambio favorevole, volano. Come i profitti. E’ il caso di Toyota: l’anno fiscale 2012-2013, chiuso lo scorso 31 marzo, ha fatto registrare utili operativi di 1.320 miliardi di yen, l’equivalente di circa 10 miliardi di euro, quasi 4 volte superiore a quello dell’anno precedente. La caduta di valore dello yen, avrebbe portato, secondo le stime della stessa Toyota, che esporta circa il 55% della sua produzione, 150 miliardi di yen in più in cassa. Un risultato che fa felici anche gli azionisti: le azioni della Casa giapponese si sono rivalutate del 20% da febbraio ad oggi e il dividendo distribuito sarà di 60 yen. Una corsa, quella di Toyota, non destinata a fermarsi: per l’anno in corso la stima dell’utile operativo è di 1.800 miliardi di yen, molto vicino al record di 2.270 miliardi dell’anno finanziario 2007-2008. Numeri impossibili, o quasi, da raggiungere oggi per l’industria generalista, europea o americana.

La nuova Nissan Note
La nuova Nissan Note in arrivo in estate

La corsa di Toyota non è però solitaria. Nissan ha annunciato un utile operativo di 523,5 miliardi di yen, circa 4,9 miliardi di euro e una previsione per l’anno in corso di 700 miliardi di yen, 5,74 miliardi di euro (Renault ringrazia). Mazda, come abbiamo già scritto qui, è tornata a fare profitti e Subaru ha dichiarato un utile operativo più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, con un record di 120,4 miliardi di yen. Honda e Suzuki non hanno ancora annunciato ufficialmente i risultati ma le stime sono altrettanto positive. Per gli analisti, il dato globale dell’industria automobilistica giapponese, dovrebbe avvicinarsi al massimo storico del 2008 di 4.480 miliardi di yen.

Nel frattempo anche le vendite aumentano. Toyota prevede di arrivare a 9,1 milioni di veicoli e Nissan a 5,3 milioni. Qualche problema potrebbe però arrivare dal mercato cinese (il primo al mondo) dove, le Case giapponesi in generale, registrano un calo dovuto alle tensioni politiche tra Giappone e Cina per colpa delle isole Senkaku.

A preoccuparsi della crescita dei giapponesi è Hyundai – Kia: Europa a parte, i coreani sono i principali competitor delle Case nipponiche negli Stati Uniti e la crescita del won rispetto al dollaro (+4,5% nell’ultimo anno), potrebbe rendere meno appetibili le berline coreane, ridurre i profitti e in parte gli investimenti. La sfida tutta asiatica sembra solo appena iniziata.

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