“Arrivano gli inglesi! No, un secondo: Arrivano gli italiani! Arrivano gli italiani!” Un esterrefatto Paul Revere ripete il grido che 238 anni fa lanciò la rivoluzione delle  colonie americane contro la corona britannica. Questa volta il lancio è quello della Fiat 500L, la puntata più recente della saga “L’invasione degli italiani” che da due anni accompagna lo sbarco dei modelli della casa torinese negli mercato statunitense.

Ancora una volta gli americani perdoneranno alla Fiat questa piccola dissacrazione della storia nazionale, perché lo spot è perfettamente calibrato; una miscela di autoironia sul cliché del conquistatore latino, appaiato all’enorme appetito che il paese ha per i prodotti e le culture di tutto il mondo. La clip è brillante e irresistibile, come le altre che l’hanno preceduta, e che hanno segnato una forte impronta di stile.

L’esportazione della 500 negli Usa è stata concepita fin dall’inizio come lo strumento ideale per creare immagine, e la piccola Fiat un passo alla volta sta  eseguendo il compito in modo eccellente. E’ partita con qualche stento, sia nell’avviamento commerciale che in quello pubblicitario, dove un accoppiamento poco felice con la star Jennifer Lopez aveva rischiato di inceppare il meccanismo.

Poi il passaggio alle agenzie Richards e Doner ha compiuto il miracolo. L’utilitaria si presenta come un oggetto di seduzione a vantaggio di giovani raffinati. La sua versione Abarth aggiunge un velo di schiuma compatta al sorso di espresso nella tazzina.

La Chrysler negli Usa ha sempre brillato per la creatività dei suoi spot televisivi, ma non si era mai spinta ad un tale livello di sofisticazione come quello che la 500e ha raggiunto nelle ultime settimane. Il messaggio centra un gruppo di consumatori abituato alle vignette del New Yorker e alla navigazione perenne sul web.

E quando le buone stelle si allineano sul cammino, anche un po’ di fortuna non guasta. Questa campagna pubblicitaria della Fiat era già in pieno lancio in Brasile quando è iniziata la Confederation Cup, al grido “Ven para tua” (scendi per strada). La folla urlante dei manifestanti contro il governo l’ha fatta sua, e da più di una settimana ne fa un uso improprio, con la richiesta di tariffe più basse sugli autobus municipali.

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