“La nostra auto simbolo deve essere un’auto e non un suv“. Sono le parole esatte di Johan de Nysschen, presidente di Infiniti. E’ la prima volta che sento una cosa del genere. Dopo anni in cui il focus per tutti sembra essere suv o crossover, il manager della Casa giapponese (di proprietà Nissan) sembra prendere la strada contromano.

Coraggioso. Dicendola tutta: nell’espansione della gamma del 60% nei prossimi 5 anni, annunciata da de Nysschen, un crossover (più probabile di un suv) aggiuntivo rispetto all’attuale portafoglio ci sarà, per il resto in Infiniti puntano tutto sulle berline. Lo spiega poco dopo lo stesso de Nysschen: “Il nostro dna sono le prestazioni, la dinamica di guida. Le berline riescono a trasmettere questo carattere più di un suv”. Questo nonostante la versione sportiva da 420 cavalli della FX, studiata e sviluppata insieme a Sebastian Vettel, fresco vincitore del gran premio di Monza.

Il ragionamento è corretto. Poi però bisogna fare i conti con il mercato che oggi, in Europa, Cina e tanto più negli Stati Uniti, chiede solo (o quasi) suv e crossover. Anche perché l’obiettivo dichiarato da de Nysschen è ambizioso: “Raggiungere l’8-9% del mercato premium entro il 2020“. Vale a dire, più di 3 volte il livello attuale (2,8%).

Il target dei volumi anche non è male: 500 – 600.000 vetture entro la chiusura dell’anno fiscale 2016 ovvero marzo 2017, “se arriveranno però dopo non sarà un problema”, spiega de Nysschen, “quello che è importante ora è costruire il brand in Cina ed Europa e consolidarlo in Usa”. Per questo viene lanciata al Salone di Francoforte il concept che prefigura la futura compatta Q30 (in arrivo nel 2015). E anche per la Q30 le parole di de Nysschen vanno giù dirette: “Se in termini di scelta razionale le concorrenti non hanno rivali, quando si parla di emozione e passione, Infiniti può giocare le sue carte”.

Qualcosa di simile a quello detto, o meglio scritto, da Volvo in uno spot provocatorio. In effetti il design del concept della Q30 (“molto vicino al modello reale” come dicono gli stessi giapponesi) creato da Alfonso Albaisa ha carattere: un’auto che piace o non piace. Senza mezze misure. Linee destinate a piacere ai giovani ovvero, “all’80% dei clienti di una compatta premium”, la precisazione di de Nysschen. E il target potrebbe essere più vicino.

Commenti
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    Ma proprio perché le auto non sono scelte razionalmente, stanno avendo grande successo i suv di tutte le dimensioni!
    Sono mezzi più pesanti, meno agili, più assetati e meno spaziosi delle berline da cui derivano eppure sono preferite – ora anche nei segmenti medi.
    Come mai questa osservazione da uomo della strada sfugge ai dirigenti della Infiniti?

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    I suv nella gamma Infiniti rimarranno fondamentali. Tanto più se sui suv, Infiniti ha costruito il suo successo negli Stati Uniti e la sopravvivenza come marchio. Ora però deve fare un passo avanti e ha deciso di farlo soprattutto (ma non solo) nella direzione delle berline. D’altronde lo dice anche lei: i suv sono “più pesanti, meno agili e più assetati” di una berlina che tradotto in termini pratici significa meno divertenti da guidare. E per un marchio che sta costruendo il suo dna su performance e sportività (vedi partecipazione al mondiale di Formula 1) non è proprio l’ideale. D’altronde, solo per fare un esempio, una Porsche 911 non è più coinvolgente, appassionante, emozionale di una Cayenne? Grazie per il commento.

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