Veba-Marchionne, si fa impervia la strada che dovrebbe portare la Fiat al controllo completo della Chrysler. La cassa pensione dei lavoratori americani che detiene in seguito al fallimento del 2009 il 41,5% del capitale societario, non ha nessuna fretta di vendere, e da molti mesi il negoziato è fermo in tribunale, e le parti rifiutano di accordarsi sul prezzo.

Ora la Veba  (associazione volontaria per i benefici dei lavoratori) ha fatto ricorso a una minaccia straordinaria: ha annunciato giovedì che intende lanciare una pubblica offerta per un quinto del valore delle azioni in suo possesso. Se l’operazione andrà in porto con successo, procederà poi a piazzare una tranche alla volta il resto della proprietà, fino all’esaurimento.

Il sindacato non ha mai preteso di cogestire la Chrysler con Marchionne, e ha bisogno di tramutare in contante la quota per soddisfare le esigenze inevase di migliaia di pensionati. Il problema nelle trattative con la Fiat è la determinazione del prezzo. Nell’accordo negoziato con il Tesoro nel 2009, il valore massimo della quota in mano alla Veba era stato fissato a 4,25 miliardi di dollari, con una soglia di rivalutazione annua al 9%.

Marchionne ha rilevato per molto meno la parte in mano al governo, e ora non si sente di dover pagare al sindacato il prezzo richiesto. L’anno scorso ha citato in giudizio la Veba perché questa ritardava la vendita del 3,3% di quota. La domanda del sindacato è 2,5 volte superiore all’offerta Fiat, e il processo che dovrebbe servire da bussola per il resto della trattativa sembra ora rinviato al 2015. Di questo passo l’affare potrebbe andare avanti per un decennio.

La Veba ha tagliato la testa al toro, e ha assegnato il valore cumulativo di 5 miliardi di dollari al pacchetto in suo possesso.  Se Marchionne è disposto a pagare la cifra bene, altrimenti il sindacato si rivolgerà ad altri compratori.

Ora è un po’ più chiaro perché l’ad della Fiat ha dato forfait a Francoforte: la nuova rogna deve tenerlo sveglio la notte in cerca di una soluzione. Senza il 41,5% della Veba la Fiat resta socio di riferimento della Chrysler, ma non può accedere alla cassa dell’azienda che la squadra di Obama ha blindato fino a che un acquirente non avrà il controllo totale della proprietà. E senza accesso ai soldi è più difficile negoziare nuovi prestiti per il rilancio di Chrysler e di Fiat, o finanziare nuova crescita.

 

Commenti
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    Per vostra Info: coi nuovi accordi bancari stipulati da marchionne qualche mese fa, Chrysler può sia staccare dividendi che elargire una Tantum. Fiat può tranquillamente attingere alla cassa Chrysler, qualora fosse considerato opportuno o necessario. D’altronde, elargire dividendi agli azionisti è la regola, non l’eccezione.

    Cito da Bloomberg: “Under the new debt covenants at Chrysler, the automaker can pay its owners, which are Fiat and the United Auto Workers retiree health-care trust, a dividend of 50 percent of net income, plus a one-time payment of $500 million in cash, the people said”.

    http://www.bloomberg.com/news/2013-06-21/fiat-said-able-to-triple-chrysler-payout-after-funding.html

    Se Bloomberg ha ragione, Fiat ora ha il coltello dalla parte del manico. O VEBA vende ai prezzi stipulati 3 anni fa, oppure nisba.

    Poi magari Bloomberg ha torto. Ma non credo.

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    Grazie per la segnalazione Izzaak. Il circolo dell”informazione è completo quando chi scrive e chi legge hanno l’opportunità di incontrarsi, e fa molto piacere a chi scrive constatare di essere letto.
    Voglio precisare riguardo il suo commento che quando ci riferiamo al vincolo di cassa che sbarra l’accesso della Fiat alle finanze della Chrysler, non parliamo del dividendo, per il quale come lei sottolinea Marchionne è stato abile a negoziare con le banche condizioni più favorevoli per la distribuzione.
    Parliamo invece dell’accesso ai tredici miliardi tra cash e crediti che giacciono nelle casse della Chrysler, e che l’accordo sulla bancarotta ha sigillato in attesa di un acquisto in toto dell’azienda. Il giudice ha voluto proteggere la nuova società dalle brame di un eventuale razziatore che prendesse possesso parziale della Chrysler per svuotarne il tesoro, come stava accadendo sotto la reggenza Cerberus.
    Per Marchionne e per la Fiat c’è poi un ultimo lampante vantaggio dietro l’acquisizione del 100% del valore della società. Il ritorno in borsa di una Chrysler, o meglio di una Fiat-Chrysler completamente svincolata dalla quota Veba, potrebbe essere accompagnata da un rapporto di leva price to earnings molto vantaggioso, che potrebbe produrre ingenti risorse finanziarie per il gruppo.

    Cordiali saluti.

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    Grazie della risposta.

    Le dico quello che penso:
    – Che ci siano dei vantaggi nessuno lo mette in dubbio (anche se comunque “razzie” di cassa non sarebbero state per nulla opportune – in USA c’è ancora il pessimo ricordo di Daimler che, secondo l’opinione di moltissimi americani, ha letteralmente spolpato Chrysler, sputando poi l’osso). Ma a differenza di qualche mese fa, l’opzione dei dividendi + Una Tantum permette a Fiat di non avere più urgente necessità. Se il prezzo sarà giusto, bene, altrimenti pazienza. Se qualcuno voleva speculare sull’acqua alla gola di Fiat, dovrà rifare i calcoli. La risposta (a mio avviso opportuna) di Marchionne di oggi alla “sparata” di veba vuole proprio mettere le cose in chiaro da questo punto di vista.

    – Fiat nel medio (spero nel breve) termine deve comunque arrivare a stare in attivo senza Chrysler.Fiat, è stata mantenuta per decenni (credo almeno da metà anni Settanta) da Iveco, ed ora non è il caso di essere mantenuti da Chrysler. Marchionne lo sa meglio di me e Lei messi insieme. Il problema è superare questa fase, che é molto difficile per una serie di ragioni a mio avviso evidenti , e l’opzione dei dividendi permette a Fiat di fermare l’emorragia, che comunque già nei primi due trimestri 2013 è diminuita in modo considerevole.

    – Io credo che, se il Real brasiliano tiene, e se a Grugliasco si riesce a lavorare senza intoppi (pezzi di ricambio etc.), Fiat già nel quarto trimestre potrebbe stare in break-even senza Chrysler. Ma sappiamo tutti che sarà difficile. Diciamo che me lo auguro.

    Cordiali Saluti anche a Lei e Buon Weekend

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    Leggendo l’articolo si trae la sensazione di un Marchionne predatore. Vogliamo anche renderci conto che quel 41,5% di Veba, se Marchionne non avesse avuto scaltrezza e genio nel tirare in piedi Chrysler dal fallimento, se lo sarebbe potuto custodire in un posto dove normalmente ci vanno le supposte?

    Distinti saluti

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