Eiji Toyoda se ne è andato all’età di 100 anni.  Problemi di cuore. Nipote del fondatore della Toyota, è stato lui a fare davvero grande il costruttore giapponese, così come lo conosciamo. Se volete sapere di più della sua opera, vi consiglio questo articolo uscito sul New York Times. La notizia è di un po’ di giorni fa ma solo adesso ho trovato il tempo di ragionarci su. Una notizia che ha avuto per nulla risalto sui media italiani, ed è un peccato. L’ho vista per un tweet di Riccardo Ruggeri, ex top manager del gruppo Fiat, oggi editore e twittatore scatenato. Che ringrazio.

Torno su Ejii Toyoda perché la sua scomparsa mi fa pensare ai corsi e ai ricorsi della storia che, sosteneva Giambattista Vico, vengono regolati dalla provvidenza. Ejii, super ingegnere e architetto della produzione snella, fra i suoi mille meriti portò la lean production in America, in California, nella fabbrica conosciuta come Nummi, in joint venture con Gm.  Ebbene, quella fabbrica dei primati Toyota è stata chiusa nel 2010 e sapete cosa c’è lì adesso? La Tesla, il costruttore forse più innovativo del terzo millennio, sicuramente il più spregiudicato (cui Gm, per altro, guarda come la Madonna).

Tesla è proprio lì, è come se a Nummi ci fosse stato un passaggio di testimone. Chissà cosa ne penserebbe Vico… nemmeno Ejii Toyoda ce lo potrà più dire. Ma credo che avrebbe studiata a fondo questa storia, e gli sarebbe piaciuta.

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