Secondo Reuters (e non solo ormai) sarebbe imminente un aumento di capitale in PSA (Peugeot Citroen) di circa 3 miliardi di euro a cui non parteciperebbe la famiglia Peugeot, che perderebbe così il controllo della società. I cinesi di Dongfeng Motor ed il governo francese sarebbero pronti a sottoscrivere in parti uguali l’aumento, acquisendo ciascuno una quota pari a circa il 20%.

Una soluzione più volte anticipata dal nostro blog, la cui urgenza è stata ribadita senza mezzi termini da David Arnold di Barclays Capital: “E’ chiaro che le attuali cattive condizioni economiche sono molto più che un ostacolo allo sviluppo degli investimenti a lungo termine per il gruppo”. Tradotto: non ci sono più soldi in cassa per continuare, come fatto finora, a investire in ricerca e sviluppo ovvero nei prodotti futuri.

In attesa del consiglio di amministrazione di PSA, fissato per il 22 ottobre, che dovrebbe approvare la vendita delle azioni, dico subito che per me è una buona notizia; non solo si prevede che entro il 2015 la Cina diventi il primo mercato per il gruppo francese, ma dalla capacità di affermare i due marchi proprio sul mercato cinese dipende il futuro di PSA. E l’ingresso di Dongfeng non può che facilitare il raggiungimento di questo obiettivo.

Al management di PSA va riconosciuto comunque grande coraggio, spirito di sacrificio e “focus” sui fondamentali del business. Soprattutto, la ricerca di un partner non ha distolto PSA dall’imperativo categorico di continuare ad investire nel prodotto, senza trovare alibi nella sfavorevole congiuntura economica in Europa. Al lancio del suv compatto 2008, Peugeot ha fatto seguire quello della nuova 308, due prodotti innovativi che troveranno il loro spazio nei rispettivi segmenti di mercato. E, per quel che conta la pubblicità, Peugeot ha deciso di investire in una nuova campagna di brand incentrata sul design con Stefano Accorsi (forse avremmo preferito la Casta…) come testimonial; rispetto all’inutile valanga promozionale di gran parte della concorrenza, una dichiarazione di “confidence” che colpisce positivamente.

Il concept della Citroen C4 cactus presentata al Salone di Francoforte 2013
Il concept della Citroen C4 Cactus presentata in settembre al Salone di Francoforte 2013

Per quanto riguarda Citroën invece, la differenziazione tra i modelli C-line e DS sembra finalmente assumere una logica non sovrapposta dal punto di vista dei clienti, che nell’ambito dello stesso marchio potranno scegliere in base ad esigenze funzionali oppure prestazionali. Una mossa strategica non facile, e certamente più seria delle controverse operazioni cosmetiche presentate a Francoforte da Ford e Renault. Proprio a Francoforte, la C4 Cactus è stato probabilmente il concept più ammirato del Salone. In effetti mi è piaciuta molto la descrizione del direttore del prodotto Thomas d’Haussy: “Non vogliamo fare l’ennesimo suv. Con la C4 Cactus abbiamo preso una berlina hatchback e gli abbiamo aggiunto alcuni elementi come le ruote e passaruota più grandi, l’AirBump per proteggere la carrozzeria e un’altezza da terra superiore. Non ha nulla delle linee aggressive di un suv: rimane sempre una hatchback”.

Ad ennesima conferma che non sono necessariamente le dimensioni dei segmenti esistenti a definire la potenzialità di un nuovo prodotto, ma la capacità di reinterpretare in chiave innovativa i prodotti che in essi competono. Chapeau.

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