La Fiat ha acquisito, a fine ottobre, il 100 % della VM Motori di Cento, in virtù dell’esercizio da parte di General Motors dell’opzione di vendita relativa al 50 % della proprietà. L’operazione ha significato il pagamento da parte di Fiat della cifra di 34,1 milioni di euro. Per Marchionne, un modo per mettere in sicurezza questo settore, nel momento in cui la partita con Chrysler si è fatta più complicata del previsto.

La ragione di questa acquisizione risiede nel fatto che, in questo momento, la VM è fornitrice praticamente in esclusiva di motori per il gruppo Fiat , Chrysler e Jeep. Nello sviluppo del motore diesel della Maserati Ghibli la VM ha avuto un ruolo decisivo, e, con ogni probabilità, Marchionne non vuole correre il rischio di avere disturbi o fornire informazioni strategiche ad aziende concorrenti come la GM sulla sua corrente produzione.

La Fiat, nel settore motori di nuova generazione, aveva già spianato la strada  a GM, condividendone l’area nel periodo della cooperazione tra le due Aziende, attraverso Fiat Powertrain. Al momento del divorzio gli americani avevano dovuto crearsi una struttura clone della FPT, proprio a Torino, per sfruttare il know how residente nel territorio e, cosa probabilmente non prevista dagli uomini Fiat, con il supporto del Politecnico di Torino. Oggi GM Powertrain, con oltre 500 addetti, costituisce un polo fondametale nel processo di sviluppo motori della casa americana.

Marchionne, che ora è impegnato nella partita decisiva della sua gestione, vuole probabilmente farsi il vuoto attorno ed evitare altri incidenti di percorso. E quello del motopropulsore  è un settore strategico. Non si deve dimenticare che nella trattativa con il governo americano lui introdusse, come asset, anche le competenze strategiche in questo settore, in particolare per quanto riguarda il downsizing, di cui gli italiani sono effettivamente leader e VM ne è una delle eccellenze. Acquistarla potrebbe essere stata una delle mosse decisive del manager italo-canadese nel percorso di acquisizione definitiva del capitale Chrysler.

A Cento naturalmente aspettano notizie sull’operatività futura dell’azienda e sperano che Marchionne non abbia in testa di inglobarla, anche geograficamente, in FPT.

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