Babbo Marchionne e John Elkann hanno mandato una lettera a tutti i dipendenti in occasione del Natale. L’ho avuta anch’io, naturalmente solo per conoscenza, e sono qui a darvene conto sul nostro blog. Cosa scrivono i capi di Fiat-Chrysler? Che non verranno in slitta (produrla costa e non conviene con la crisi di mercato che c’è), che non porteranno regali (casse vuote, semmai “il 2014 porterà nuove occasioni per realizzare grandi progetti”) , che non c’è trippa per gatti come si dice a Rovaniemi e a Detroit, ma solo “segnali molto positivi ci incoraggiano a proseguire su questa strada”.

La lettera, in fondo, è corretta. Impossibile nascondere le difficoltà del mercato, impossibile non ricordare (Termini Imerese a parte) che l’azienda non ha chiuso nessun stabilimento in Italia e che alcuni investimenti sono partiti, l’ultimo dei quali a Grugliasco per la Maserati sembra proprio funzionare. Si ammette pure una debolezza (copy a rischio?), quando si legge che la “vera forza di Fiat sta nel talento e nell’esperienza degli uomini e delle donne che ci lavorano”.

Grazie, basta che tutti restino al loro posto in cassa integrazione e non si lamentino.  Infine, un passaggio che se lo potevano risparmiare: “La dedizione e la concentrazione da parte vostra non sono mai venute meno. Anche in quanti di voi hanno lavorato in modo saltuario”.  Da quando Marchionne ed Elkann non mettono più il naso in una fabbrica? E cosa sanno della vita di un cassintegrato?

Babbo Marchionne ha altro da fare. In settimana, scrive Bloomberg, potrebbe fare una nuova offerta al fondo Veba  per comprarsi il resto della Chrysler ancora in mano al sindacato Uaw.  Conoscete la storia, così controversa da mettere a rischio la sopravvivenza dell’operazione Fiat-Chrysler del 2009 e dunque della intera Fiat. Una tragedia per i lavoratori, se il 2014 non portasse a breve una soluzione. Non sto tifando, perché non è il mio lavoro. Constato. Putroppo.

A Detroit tra richiesta e offerta balla almeno un miliardo di dollari di differenza. Marchionne a un certo punto ha detto al sindacato di “comprarsi un biglietto della lotteria” facendo incazzare tutti. Veba gli ha messo di fronte a trattare un darling di Wall Street come Alain Lebec, che come ogni super consulente di finanza lavora a percentuale, mediamente del 3%. Cioè, un miliardo in più per Veba sono almeno 30 milioni di dollari in più per lui. Che lettera può scrivere a uno così Babbo Marchionne? Ma poi: fino a quando si può credere a Babbo Natale, ai Babbi di tutto il mondo? Se siete grandi, vi regalo questa altra lettera (rubata), molto ma molto più bella.  Auguri.

Commenti
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    Interessante, sarebbe stato bello leggerla tutta la lettera. Sinceramente però ritengo stiano meglio i cassaintegrati di Fiat che i licenziati di altre realtà come presto pare saranno 2000 dipendenti Alitalia. Non a caso la proposta Renzi sul lavoro riequilibra la tutela fra cassa integrati e coloro che perdono il posto senza la tutela della CI. In un mercato come quello dell’auto, con una crisi che mette in ginocchio le aziende per calo delle vendite unito al calo dei margini (prezzi medi di vendita più bassi), quale altra soluzione se non mandare in cassa integrazione di volta in volta gli esuberi di personale? Se poi il discorso è: “con tutti i soldi che girano, addirittura l’intento di comprarsi il restante di Chrysler, perché non continuare a pagare i dipendenti senza mandarli in cassa integrazione?” Beh, si sa, le aziende private non fanno azioni di bene, ma pensano al business, mentre quelle pubbliche pensano anche a tutelare i dipendenti, ma lo fanno con i soldi delle nostre tasse, e in genere risultano molto inefficienti (vedi la situazione vergognosa dell’AMA a Roma). Anche la cassa integrazione costa ai cittadini, ma se non altro i dipendenti Fiat mantengono il loro posto, nella speranza, molto remota, purtroppo, mio parere, di una ripartenza del mercato dell’auto”.
    Buon 2014…speriamo mi sbagli!

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