Mamma i cinesi! Arrivano a stuoli in terra americana per conquistare i prestigiosi titoli di studio che il sistema scolastico nazionale ha da offrire. Sono tanti: dai 64.000 del 2003 si è passati ai 235.000 dell’anno scorso. E sono ricchi, molto più della media degli studenti stranieri in arrivo. Pagano rette da 80.000 dollari l’anno ad Harvard e a Princeton senza fiatare, e per questo sono oggetto di caccia prima ancora della partenza dalla Cina, a opera di reclutatori delle maggiori università che li individuano e li contattano nelle scuole di provenienza alla vigilia del diploma di maturità.

Da qualche tempo sono anche bersaglio delle concessionarie americane. Qualcuno ha cominciato a tracciare l’abitudine ricorrente tra la maggior parte di loro: comprare un’automobile entro un paio di giorni dallo sbarco sul suolo americano. E si è scoperto (da uno studio della Cnw di Mark Spinella, a Detroit) che  questo modesto traffico ha prodotto l’anno scorso un giro di affari di 15,5 miliardi di dollari.

Tanto spendono ogni anno gli studenti cinesi per l’acquisto di auto: tre volte la capacità di spesa di un gruppo numericamente simile di loro colleghi yankee, con una buona metà  dei soldi investiti nell’acquisto di vetture nuove di zecca. Il prezzo medio pagato per un’auto nuova è di 52.800 dollari, e un terzo dei pagamenti sono effettuati in contante. Non solo: il mercato delle auto, si sa, è affollato da truffatori, quindi ai giovani inesperti in partenza per gli Usa è stato consigliato per anni da parte dell’ufficio ministeriale che assiste il loro viaggio all’estero di passare da Chicago o Los Angeles e visitare un paio di concessionarie ‘di fiducia’ presso le quali depositare la valuta appena convertita. Il passaparola ha creato un piccolo monopolio nelle mani dei venditori che hanno capito il fenomeno e ci hanno messo sopra il cappello.

Le concessionarie americane per i giovani cinesi sono un luna park degli acquisti. In casa loro Mercedes, Audi e Cadillac sono molto più costose per via delle tariffe doganali, e i loro genitori sono felici di mandare un bonifico da 50 – 60.000 dollari pur di saperli sicuri alla guida di un’auto da sogno. Gli studenti americani arrivano al college con la vecchia Volvo dei genitori o con una Honda Civic che ha dieci anni di vita. Quelli cinesi parcheggiano le loro ammiraglie tedesche, meglio se convertible, l’una a fianco dell’altra, come una corazzata che invade il campus.

I venditori ora cercano di correre ai ripari. Chi ha una concessionaria nelle prossimità di un college oggi deve avere almeno un agente che parla mandarino, meglio se bilingue con il cantonese. E chi ha lungimiranza e connessioni giuste, si è già proiettato a farsi pubblicità direttamente in Cina, per entrare nel passaparola miliardario che finora è stata finora riserva di caccia per pochi furbi.

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