A molti Cecilia Abadie non dirà nulla. Il suo nome però rischia di rimanere nella storia. La donna venne multata dalla polizia di San Diego, in California, perché trovata alla guida con i suoi nuovi Google Glass, gli occhiali a realtà aumentata sviluppati dal colosso di Mountain View (qui la descrizione). Ora, secondo quanto riporta l’Huffington Post, il giudice, dal quale si è presentata la Abadie, ha annullato la multa: per John Blair infatti, la donna non violava il codice 27602 in quanto non è stato realmente accertato che il dispositivo fosse acceso.

Cronaca a parte, la sentenza ha, seppur nella suo limite giurisdizionale, un messaggio chiaro: a bordo di un’auto (e non solo) nulla sarà più come prima. Bene o male? Guidare con internet sul naso (come consente di fare oggi un dispositivo come questo) o avere la moglie in videochiamata riprodotta  sul parabrezza non è ovviamente auspicabile, ma riprodurre davanti agli occhi le informazioni utili del navigatore o del resto della strumentazione, non può che ridurre al minimo le distrazioni. E’ inutile nascondersi: per quanto tempo mentre si guida si è impegnati a fare altro? Tanto. Anzi, troppo. Evviva il futuro.

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