Chika Kako è la prima donna a ricoprire il ruolo di Chief Engineer nel gruppo Toyota. Ci sono due notizie, una buona e una cattiva. Partiamo dalla buona: anche nel rigido e maschilista Giappone, e non solo nell’America di Mary Barra (neo amministratore delegato della Gm), le donne fanno passi in avanti nell’industria automobilistica. Ora la cattiva notizia: per quanto brave e capaci esse siano, queste donne si sentono ancora in dovere di giustificare la loro presenza nel mondo dei motori come se fossero “imbucate” a una festa per soli uomini. Ne ho avuto la conferma durante la presentazione stampa del restyling Lexus CT 200h, di cui la Kako è responsabile.
Prima di parlare dell’auto, questa capace signora giapponese ha avvertito la necessità di snocciolare per alcuni minuti il suo curriculum: non ho mai sentito un uomo, per quanto giovane o inesperto, presentarsi alla stampa con l’elenco dei motivi per cui merita di essere lì in quel momento. Chika Kako invece ha raccontato di essersi laureata in Ingegneria dei materiali e di lavorare alla Toyota dal 1989, quando fu una dei soli cinque ingegneri donna assunti su un totale di 350, e ha concluso dicendo quanto fosse inaspettato per lei ricoprire il ruolo di Chief Engineer. Gli uomini Toyota che hanno seguito “Kato-San” sul palco hanno proseguito sulla stessa linea, con spiegazioni – ormai le donne comprano il 44% delle auto, influenzano il 60% delle scelte d’acquisto… – di cui francamente non si sentiva la necessità.
Un ingegnere capo è un ingegnere capo, non c’è bisogno di dare giustificazioni sulla sua nazionalità o il suo orientamento religioso, e dunque nemmeno sul suo sesso. La qualifica basta, o dovrebbe bastare. Non immagino quanto sia stato duro per Chika Kako arrivare dov’è ora, e quante volte abbia dovuto brandire il curriculum per difendersi dalle discriminazioni e dai sorrisetti. Però sarebbe stato bello se su quel palco avesse avuto l’orgoglio di non descriversi – e di non farsi trattare – come un fenomeno curioso. In fondo è anche grazie a persone come lei se un giorno le donne potranno parlare di argomenti tecnici senza chiedere scusa per l’ingerenza.
[…] è che Toyota, perché è il primo gruppo mondiale dell’auto, faccia tutto e bene. Però una cosa strana per un gruppo industriale delle quattro ruote l’ho trovata da mettere […]