L’altro giorno ho sentito un mio vecchio amico che di lavoro fa il direttore marketing di una casa automobilistica, e mi ha detto che la prossima settimana va al Salone del Mobile, che come ogni anno si tiene a Milano dall’8 al 13 Aprile.
Su una rivista ho letto che Peugeot al Fuorisalone esporrà un divano realizzato interamente in pietra ed un pianoforte bicolore in fibra di carbonio. Oggi ho scaricato la app del Salone, e scopro che ci saranno anche Hyundai, che presenta il concept Passocorto, oltre a Mini ed Audi che fanno vedere delle installazioni. Immagino saranno presenti anche altre case, l’anno scorso c’erano Renault, Lexus (con una esposizione incomprensibile in via Turati curata da decine di giapponesi) ed il fornitore di tessuti di Toyota.
Mi domando a cosa servano, e che fine abbiano, queste iniziative. Presumo che le case cerchino di enfatizzare il design, e mirino a creare un’affinità con un’audience – quella del Salone – particolarmente sensibile a questo aspetto. Capisco dunque la presenza dei designer, e degli esperti in C&T (colori e tessuti), come sempre ansiosi di individuare le future tendenze, ma che ci azzeccano gli uomini di marketing?
Per quel che ne so, la maggior parte di loro ne capisce ben poco di design, un argomento che richiede una profonda cultura ed una preparazione specifica. Ma forse è giusto così, per un giorno è bene che si distraggano, che si tirino fuori dalle loro sedi, dal quotidiano, che raramente rappresenta una fonte di ispirazione. A patto che non perdano di vista la loro missione, che è quella di pensare a come vendere di più in modo profittevole. Detta così, sembra una banalità ma a volte ho l’impressione che tra eventi, sponsorizzazioni e social media gli uomini di marketing si dimentichino di ciò che ci si aspetta da loro.
Chissà perché mi viene in mente un top manager responsabile di un gruppo di marchi premium, acquisiti da poco da un importante marchio generalista, il quale sosteneva che per capire le esigenze dei suoi clienti doveva condividere il loro stile di vita. Aveva un gran talento, ma durò poco, forse a causa dei rimborsi spese.
Il buon Kotler una volta insegnava che il marketing doveva gestire le 5P, e adesso cosa deve fare il Marketing? Stare in azienda a gestire i tagli di budget o a definire e misurare il roi/roe e valutare gli indicatori delle diverse pagine del sito web? Le 5P si sono evolute, e anche Kotler!
La sua è una visione riduttiva del mondo del marketing, e se ha la (s)fortuna di conoscere top manager dai rimborsi spese top meglio per lei. Personalmente come direttore maketing e comunicazione di Citroen Italia per circa 14 anni, trovo sempre ispirazioni per capire non solo come si muove il mondo del design ma anche quali saranno le tendenze a cui legare le diverse azioni che potevano interessare al brand. Ancora una volta il marketing, e gli uomini/donne di marketing non devono vivere in sala riunone, e le posso assicurare che dal confronto con i colleghi del Design e del C&T sono molto utili perchè dallo scambio di opinioni nascono le migliori idee.
Se Lei viene a Milano, mi chiami, ne potremmo parlare insieme. Adesso la saluto, perchè come direttore delle Relazioni Esterne di Citroen devo continuare a “fare cose e vedere gente” 🙂