Di auto in Cina si parla soprattutto perché è il primo mercato mondiale, 17,9 milioni nel 2013,  con una crescita stimata per il 2014 intorno al 13%. E perché molti costruttori stranieri, operanti in joint venture con marchi locali, fanno un mucchio di soldi, guadagnando qui più di quello che perdono altrove, a cominciare dall’asfittico mercato europeo. Ma curiosando a Pechino in questi giorni di Salone ho scoperto l’esistenza di un altro mercato potenzialmente ancora più grande, legato sempre all’auto e di cui si parlerà: quello finanziario.

Oggi, solo il 17% delle auto vendute ai privati  in Cina è a rate. Una quota molto bassa, destinata a salire nelle previsioni al 30% nel 2017 (che poi è sempre meno della metà di quanto accade per esempio nel nostro paese).  Soltanto nel settore dei veicoli commerciali, la finanziarizzazione dell’acquisto è più avanti, già oggi oltre il 30%.  Il leasing è una formula ancora poco conosciuta,  limitata a quella che viene chiamata una zona “grigia”, strettamente regolamentata (al ribasso) dalla legge.

La progressione già impressionante del mercato delle quattro ruote in Cina avrebbe dunque ulteriore spinta da una maggiore disponibilità di denaro cui pare giovani e agiati acquirenti  di automobili potrebbero avere sempre più accesso nel medio periodo, considerando che l’economia del paese sta rallentando (+7,4% nel primo trimestre, obiettivo 2014 +7,5%) e che il governo ha intenzione di mettere sul piatto incentivi e stimoli per una maggiore crescita. Certo, dal punto di vista automobilistico, andrà bene per i bilanci dei costruttori, molto meno per l’ambiente del pianeta.

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