In molti siti e giornali si sono enfatizzate le presunte auto-copie da parte delle Case cinesi al recente Salone di Pechino. L’accusa all’industria cinese parte sempre dalla Lifan 330, copia, denunciano in molti, della Fiat 500L.

Nessun altro esempio di auto-copia è tirato in ballo. Perché semplicemente non ce ne sono altri. Forse la Brilliance V5 molto simile alla Bmw X1. Ero al Salone di Pechino, e pur tra le difficoltà di girare tra un muro umano spesso invalicabile, sinceramente di copie non ne ho viste così tante da giustificare titoli e paginate di web. Per carità le contaminazioni sono evidenti ma quante ne vediamo anche tra i modelli occidentali? Premium compresi.

Lifan 330
La contestata cinese Lifan 330 vista nel profilo posteriore

A vedere la stessa Lifan 330 è molto simile sul frontale alla Fiat 500L ma sul profilo laterale e sul posteriore (lo vedete qui accanto) mi sembra molto differente dalla vettura italiana. Ricordo male poi che la stessa 500L è stata accusata di essere troppo simile alla Mini Countryman? O che la nuova  Renault Twingo presentata a Ginevra è stata giudicata simile alla 500?

Forse sarebbe più corretto alzare un cofano motore, aprire una portiera, salire a bordo e notare che il punto è un altro: motori e qualità costruttiva sono ancora decisamente inferiori rispetto agli standard europei, americani, giapponesi e coreani. Lo dice anche Lahouari Bennaoum, manager abituato a lavorare con l’industria cinese come direttore della partnership Dongfeng-Citroën: “Il livello di qualità delle Case indipendenti, non legate a costruttori stranieri, è ancora basso e si salvano solo alcuni suv Great Wall”.

Ridurre il tutto a cinesi copioni mi sembra un modo di travisare una realtà che ormai non esiste più.

Lascia un commento