Enjoy, il car sharing di Eni con Fiat e Trenitalia, è sbarcato a Roma dopo avere esordito a Milano cinque mesi fa. Stessi costi, 0,25 centesimi al minuto in viaggio, 0,10 in modalità sosta, ma delimitata l’area di rilascio della vettura entro 100 chilometri quadrati (nella più piccola Milano non c’è stato bisogno). Naturalmente si può usare l’auto oltre questa zona, ma non si può lasciarla fuori. Una mappa sul navigatore e all’occorrenza una telefonata dell’operatore che controlla tutti i movimenti delle macchine ricorderanno all’utilizzatore quale è il perimetro corretto.

Enjoy funziona come il concorrente Car2go: iscrizione on line gratuita, app sul cellulare per prenotare, individuare l’auto più vicina, pagare. Secondo l’Eni, a Milano sono già 80.000 gli iscritti, per 500.000 noleggi effettuati. Un successo, insomma, anche se parliamo di numeri non verificabili. Ci si guadagna con il car sharing? L’amministratore delegato di Daimler Mercedes Dieter Zetsche sostiene di sì a breve, anche se pochi giorni fa Car2go ha dovuto chiudere i battenti a Londra, perché evidentemente non conveniente.

L’accordo di Eni con Fiat prevede che le 600 vetture su Roma siano delle 500 (euro 6, sensori di parcheggio inclusi) rosse con la scritta Enj(oy) in giallo. Si notano, eccome, anche perché la concorrenza ha il colore bianco celeste delle Smart di Car2go. Tutti colori neutri a Milano dove i due sistemi si combattano, ma colori più che schierati a Roma calcisticamente parlando.

“Sono contento di questo riequilibrio cromatico“,  ha detto alla presentazione l’assessore alla mobilità Guido Improta. Chissà se aveva la testa nel pallone. Ma che succederebbe se il servizio di car sharing si scegliesse  in base alla curva di appartenenza?

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