Nel 1985, la Gm stava per comprare la Lucas Computer Graphics, divisione di LucasFilm che sarebbe diventata l’anno dopo Pixar nelle mani della Apple, produttrice di film d’animazione come “Cars” dedicato al mondo del’automobile, ma anche di altri celebri titoli come “Ratatouille” e “Toy Story”. La Gm voleva comprare la Lucas per farne una sezione di sviluppo del suo design. Operazione da condividere con il partner Philips, 15 milioni per l’acquisto, altri 15 da investire immediatamente dopo.

Non se ne fece nulla all’ultimo momento, racconta oggi nel suo libro “Creativity, Inc” Ed Catmull, uno dei co-fondatori dello studio d’animazione. Senza però spiegare perché Gm lasciò perdere la Lucas, comprata poi nel 1986 da Apple per 10 milioni di dollari, trasformata in Pixar e rivenduta a Disney nel 2006 per 7,4 miliardi di dollari. Gli affari di Steve Jobs.

A rileggere la storia, in effetti nel 1985 la Gm era alla ricerca di nuove idee e nuove tecnologie per il design. Aveva appena lanciato la divisione Saturn (chiusa poi nel 2010) per sfidare la concorrenza giapponese, mentre i computer stavano prendendo il sopravvento nei centri stili delle Case. In quell’anno, ho trovato una dichiarazione di  Irv Rybicki, vice president del design Gm, che probabilmente può stare dietro l’interesse del gruppo di Detroit verso uno studio d’animazione come la Lucas: “Un problema che avevo sempre al tavolo di disegno era che avevo più idee di quanto la mia testa e la mia mano avessero possibilità di trasferirle sul foglio”.

In quegli anni, nuovi materiali più morbidi permisero ai costruttori di fare i paraurti solidali al corpo vettura, cambiando non solo i processi produttivi ma anche lo stile delle macchine, disegnate come le conosciamo adesso. La Gm ha sempre dato molto peso al design dai tempi di Harley Earl, creando per lui nel 1928 la  sezione chiamata Art&Color, la prima Detroit.

La Gm ci avrebbe negato probabilmente di vedere “Cars” con i nostri figli, ma per il design ha sempre avuto un debole (e qualche debolezza, dipende dagli anni). Nelle scorse settimane sono stato invitato al quartier generale della Opel a Russelsheim a visitare il centro stile che festeggiava i suoi primi 50 anni, di cui posto un paio di foto qui (i segreti erano stati fatti naturalmente sparire da tavoli e pc, la foto in basso è la forma in argilla della GT degli anni ’60 ricreata apposta per noi). Nel 1964, la Gm portò alla Opel per prima un centro stile interno organizzato come quello americano, per dare una spinta a quel che negli anni sarebbe diventato sempre più una forte motivazione di acquisto dell’auto.

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Andrew Dyson, responsabile dell’Advanced Design di Opel (nella foto sopra ), mi ha spiegato fra le varie cose quanto la scelta dei colori sia importante farla all’inizio  per un nuovo modello. E mi ha fatto tornare in mente Art&Color e l’epopea Gm di Alfred Sloan. Onore al vecchio Earl.

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