A fusione Fiat – Chrysler fatta, due o tre cose ancora su quel che sta succedendo a Torino, casa Agnelli – Elkann. Nel nuovo soggetto chiamato FCA, ha detto il presidente John Elkann il giorno dell’assemblea, la banca centrale cinese detiene il 2% delle azioni, una quota importante. La stessa banca ha già una quota simile in Eni e in Enel per un valore di circa 2 miliardi di euro, secondo azionista nei due gruppi. I cinesi insomma puntano ancora sull’Italia per fare shopping, né più né meno che i fondi americani come Blackrock, specializzandosi però nel settore delle energie. “Consumate” nel caso di FCA: per Elkann e Marchionne potrà tornare molto utile un socio così in un mercato come la Cina in cui il gruppo è in clamoroso ritardo rispetto alla concorrenza.

Entrano i cinesi, esce dal cda Luca Cordero di Montezemolo. Un altro segno del declino del presidente della Ferrari, che è riuscito a farsi rinnovare il contratto a Maranello ma che sembra ormai sempre più in difficoltà rispetto alle pressioni di Marchionne. E l’andazzo della F1 sicuramente non l’aiuterà a restare dove è.

Di fusione in fusione, Elkann ha messo insieme anche le società editrici de La Stampa di famiglia con quella del Secolo XIX dei Perrone di Genova. L’editoria e il suo sviluppo digitale si confermano essere gli unici pallini italiani del presidente di Fiat – Chrysler, un modo per contare nel paese anche portando via la prima industria nazionale. Elkann ha comprato cinque anni fa una quota del settimanale Economist (il migliore degli investimenti possibili nel campo dell’informazione mondiale) e sta lavorando al prossimo passo: la fusione della Stampa e del Secolo con la RCS del Corriere della Sera dopo l’uscita di Ferruccio de Bortoli nella primavera del 2015.

Una operazione che ha forte senso in una fase di crisi e di trasformazione del settore e che solleverà non poche discussioni fra i giornalisti. Oddio, abbiamo sicuramente più strumenti degli operai per farci sentire: ma dopo 115 anni di Fiat portati a Londra, sarà poi così difficile per Elkann creare un nuovo grande polo dell’informazione con sede a Milano?

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