Premium o non premium, chi continua a guadagnare con l’auto è sempre Bosch. Lo avevamo già scritto in occasione dei risultati del 2013 e la conferma arriva dai dati preliminari del 2014: il fatturato ha raggiunto 48,9 miliardi di euro, con un aumento rispetto allo scorso anno del 6,2%.  Se poi si considera l’effetto dei tassi di cambio, la crescita è calcolata da Bosch al 7,2%.

Sempre secondo i dati preliminari, l’EBIT, l’utile al lordo di interessi e tasse, ha raggiunto quasi 3 miliardi di euro, con un margine EBIT pari a circa il 6,1%, un punto percentuale in più rispetto al 2013. I dipendenti sono ora 290 mila, circa 9 mila in più rispetto all’anno scorso (probabile effetto delle due acquisizioni del 2014). Insomma c’è da festeggiare.

A spingere in alto Bosch è ancora la vecchia e cara automobile: il settore (rinominato) delle Mobility Solutions vale 33,3 miliardi di euro ed è pari al 68% dell’intero fatturato dei tedeschi. E’ anche quello che ha mostrato la crescita più grande con un +9% rispetto al 2013. Restano (molto) più indietro gli altri business.

D’altronde, auto più ricche di dispositivi di sicurezza attiva, fanno il gioco di Bosch. I tedeschi semmai restano un passo indietro, almeno in termini di ricavi, sulle tecnologie verdi e in particolare sull’elettrificazione: in particolare non sembra, da quanto mi risulta, avere grande chance di applicazione sul mercato, l’ibrido ad aria ideato insieme a PSA perché i francesi non avrebbero risorse per continuare ad investire nel nuovo sistema.

Quasi uno “sgarbo” a chi, come i tedeschi, investe ogni anno in ricerca e sviluppo 4,7 miliardi di euro, pari a circa il 10% del fatturato. E l’auto Bosch non si ferma mai.

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