I risultati finanziari del 2014 del gruppo Renault erano stati preceduti la scorsa settimana da due annunci importanti: la presentazione della nuova Kadjar, il clone di Qashqai marchiato Renault, e un aggiornamento sull’alleanza Renault-Nissan.

Le aspettative degli analisti erano quindi elevate, e nel complesso non sono andate deluse. Carlos Ghosn e il suo team hanno puntualmente raggiunto i 4 obiettivi strategici che si erano prefissati (aumento del fatturato, delle vendite, del profitto operativo ed un flusso di cassa operativo positivo) nonostante il crollo della Russia e l’incertezza nei mercati emergenti dove Renault è tradizionalmente presente (Sudamerica e Nord Africa).

In particolare, il margine di gruppo è cresciuto di quasi un punto percentuale (dal 3 al 3,9%), un passo in avanti decisivo rispetto al target del 5% entro il 2017 fissato lo scorso anno da Ghosn. L’EBIT è positivo (1.1 miliardi di euro rispetto ai -34 milioni del 2013), l’utile netto sale a quasi 2 miliardi di euro ed è finalmente positivo al netto del generoso contributo di Nissan, che anche quest’anno ammonta ad un miliardo e mezzo, il flusso di cassa operativo della divisione auto è positivo per oltre un miliardo.

Tutto bene dunque? Si e no. Il che giustifica l’atteggiamento insolitamente prudenziale di Ghosn circa il 2015. Innanzitutto, le vendite di gruppo (che oltre a Renault comprende anche i marchi Dacia e Samsung) pur crescendo a livello globale del 3.2% a 2.7 milioni di unità, scendono in tre regioni su cinque, con l’effetto di aumentare, anziché diminuire, la dipendenza dall’Europa. Le vendite del marchio Renault, nonostante l’ottima accoglienza riservata in Europa a Clio e Captur (meno alla Twingo), registrano un calo rispetto al 2013 del -5.9%, mentre quelle di Dacia e Samsung salgono rispettivamente del 19% e 22%.

L’analisi del profitto operativo rivela che il miglioramento (da 1,2 a 1,6 miliardi) deriva soprattutto da una riduzione di costi (844 milioni che compensano mezzo miliardo di perdite legate ai cambi) piuttosto che dalla crescita. E d’altra parte, il fatturato cresce appena dello 0.3%.

Capiamo allora il perché dei precedenti comunicati sul Kadjar e sull’alleanza Renault – Nissan: evidentemente è dal nuovo SUV e dal nuovo Espace che Ghosn si aspetta un aumento dei volumi e soprattutto dei margini del marchio Renault. Tale dato non è ovviamente incluso nella presentazione, ma il calcolo è presto fatto: rispetto ad un margine automotive di gruppo del 2.2%, il marchio Dacia, che pesa per circa un quarto dei volumi, si dice che faccia l’8-9%; di conseguenza nella migliore delle ipotesi il margine Renault è vicino al pareggio.

Così come è chiaro che Ghosn si aspetta ulteriori sinergie dall’alleanza Renault – Nissan, che verte su quattro fattori, acquisti, produzione e logistica, R&D, HR. Non a caso ha rivisto il target a 5 miliardi di euro entro il 2016 rispetto ai 3.8 miliardi del 2014.

Commenti
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    Leggo una leggera ma chiara antipatia da parte di chi ha scritto l’articolo del gruppo Renault &C. Ad esempio perché chiamare “il clone di Qashqai il nuovo Suv in arrivo la prossima estate. Tutte le case costruttrici cercano di unificare piattaforme e meccanica per ridurre i costi . FCI ce lo insegna da anni con i tre marchi italiani. A mio parere Renault, Nissan e Company rappresentano oggi in un contesto internazionale tra i più interessanti e vivaci costruttori di auto.
    Sono onorato di rappresentarne uno, Renault da più di 50 anni.

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    Buongiorno Giorgio, conoscendo chi ha scritto il post, le assicuro nessuna poca simpatia nei confronti di Renault. Personalmente reputo le considerazioni scritte corrette anche perché derivate dai numeri finanziari presentati da Carlos Ghosn: il margine automotive (esclusa Dacia) è ancora basso, il fatturato è stabile (sono i costi ad essere ridotti) e il marchio Renault è ancora troppo legato al solo mercato europeo.
    Detto questo concordo con lei: l’Alleanza Renault – Nissan funziona molto bene. La qualità dei prodotti è decisamente salita. Possono contare su due designer, Laurens van den Acker per Renault e Shiro Nakamura per Nissan, tra i migliori in circolazione. Dacia è un fenomeno per volumi e profitti. E la partnership con Daimler – Mercedes è un vantaggio per francesi e giapponesi non da poco.
    Grazie per il suo commento.
    Alessandro

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