FCA, non solo Alfa. Giustamente, il Marchionne show si è concentrato ieri sera sulla nuova Giulia. Ma non è un segreto che il manager col maglioncino riservi un’attenzione particolare ad un altro dossier scottante: il Brasile. Il Paese che per un decennio ha tenuto in piedi la vecchia Fiat Auto con profitti che sono arrivati a sfiorare il miliardo di euro e che ora è un grosso problema per FCA.

Lo scenario è il seguente: il Pil brasiliano del primo trimestre è sceso dello 0,2% ma alla fine del 2015 le lancette si posizioneranno su un pesante -1,2%; l’inflazione è oltre quota 8%; la banca centrale ha recentemente alzato il tasso di sconto al 13,25%. Il Paese si è fatto cogliere in contropiede dal crollo dei prezzi delle materie prime e, nonostante dazi ottocenteschi, importa molto più di quello che esporta. Il governo di centrosinistra delle riconfermata Dilma Rousseff sta per varare una maxi-manovra fiscale da 12 miliardi di euro per evitare che il deficit sfugga di mano mentre l’opinione pubblica è scossa da una specie di Tangentopoli scoppiata intorno alla gestione del petrolio nazionale.

Sul fronte delle case automobilistiche, tutto questo si sta traducendo in un girone dantesco di deficit milionari, ad eccezione delle relativamente recenti new entry come Hyundai. Nel primo trimestre, FCA, che pure mantiene la leadership del mercato grazie a veicoli commerciali di grande successo come il pick up Strada, ha visto il suo Ebit (utile lordo) passare dall’attivo di 44 milioni di euro dello stesso periodo del 2014 ad un passivo di 65 milioni.

Parte del passivo è dovuto all’investimento (in gran parte per la verità a carico delle casse pubbliche) per il nuovo stabilimento Jeep di Pernambuco. Dal quale da aprile vengono sfornate le Renegade, cugine di quelle prodotte a Melfi.

A maggio il mercato giallo-verde ne ha assorbite 2.492, poco meno della diretta concorrente, la Ford Ecosport, finita a quota 2.824. Non è un segreto che FCA, a regime, intenda vendere più Renegade dell’Ecosport che l’anno scorso immatricolò 54.000 pezzi. Ma il mercato oggi viaggia a ritmi inferiori del 20% a quelli del 2014 anche se FCA mantiene il programma di aprire 150 concessionari monomarca Jeep nel Paese entro dicembre.

Insomma, a fine luglio sarà molto interessante accendere i riflettori sui conti del secondo trimestre della FCA latinoamericana per effettuare un primo tagliando all’effetto Renegade.

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