Toyota ha annunciato nelle scorse ore a Palo Alto una partnership con il MIT, il Massachusetts Institute of Technology e l’Università di Stanford, per l’apertura di due centri ricerca dedicati all’intelligenza artificiale e alla robotica. L’investimento della Casa giapponese sarà di 50 milioni di dollari in 5 anni. A capo del progetto ci sarà Gill Pratt, uno dei massimi esperti mondiali di robotica che, per seguire la ricerca Toyota, ha lasciato il suo incarico al Defense Advanced Research Project Agency (DARPA) del Pentagono.

La ricerca non riguarderà però come si potrebbe immaginare l’auto a guida autonoma ma, come ha dichiarato lo stesso Pratt, “l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per rendere l’uomo un guidatore migliore e non per sostituirlo”. La differenza sembra minima ma non lo è. Auto che controllano quello che fai piuttosto che sostituirti: “Sistemi che funzionano da angelo custode o istruttore di guida, senza dei quali, in alcune situazioni si può cadere in distrazione o errore”, ha spiegato ancora Pratt. Provare ad azzerare gli incidenti (“un milione di persone muoiono ogni anno nel mondo in strada”, continua Pratt), lasciando però il piacere di guida e la libertà di viaggiare di auto.

Lo sviluppo delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale potrebbe consentire agli anziani di continuare a guidare e a essere indipendenti, “migliorando la visione della strada e riducendo i tempi di reazione”. Anche perché l’età media della popolazione tende a crescere: il dependency-ratio degli anziani in Giappone è pari a 100 ovvero per ogni 100 persone in età lavorativa, ce ne sono altrettante sopra i 65 anni. Negli Stati Uniti il dependency-ratio crescerà del 52% nei prossimi 15 anni e una tendenza simile è prevista in Europa.

La scelta di Toyota è chiara e ancora una volta, come già accaduto per ibrido e per idrogeno, sembra andare nella direzione contraria al resto dell’industria automobilistica, oltre che a Google, Apple e Uber: l’uomo e non l’auto, al centro del progetto. Non proprio una differenza banale.

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