In Cina l’auto elettrica piace. Non ai clienti che sembrano mancare come in Italia, quanto piuttosto a chi ha deciso di investirci miliardi di yuan con l’obiettivo di ripetere il sogno californiano di Elon Musk e della sua Tesla. L’ultimo in ordine di tempo è il 70enne Lu Guanqiu, uno che i soldi li ha fatti producendo biciclette e che ora sembra aver deciso di riportare alla luce la Fisker (ne avevo già scritto l’anno scorso).

La Fisker, nata poco distante da Tesla, arrivò in breve tempo al fallimento (nonostante clienti del calibro di Leonardo DiCaprio e Justin Bieber) portandosi dietro i 139 milioni di dollari che il governo americano aveva finanziato in nome della nuova idea “verde”. La Fisker sarà ora chiamata Karma (lo stesso nome dell’unico modello – ibrido pug-in – venduto finora) e dovrebbe iniziare le sue attività a partire dal prossimo anno.

Lu Guanqiu non è solo. Negli scorsi mesi altre tre aziende sono nate in Cina per sfidare Tesla nel mercato delle supercar elettriche: la Faraday Future, una società creata da Jia Yueting, fondatore e presidente della Leshi Television, la LeTV una sorta di Netflix cinese che ha la base in California (potere degli incentivi dello Stato americano). La Atieva Inc. che vede nel management l’ex manager Tesla Bernard Tse oltre a un gruppo di miliardari cinesi e non ultima la NextEV: soldi di Tencent e Hillhouse Capital Group, base a Shanghai e uffici negli Stati Uniti e in Europa, l’azienda può contare su Martin Leach ex Ford ed ex CEO Maserati e sulla vittoria al campionato 2014 – 2015 di Formula E.

Nextev Formula E 2015

Eppure di auto dalle nuove start-up in Cina finora non se ne sono viste. Una mano potrebbe arrivare dal governo cinese che ha annunciato (sarà la volta buona?) di aver iniziato la costruzione della rete di punti di ricarica utili a soddisfare la domanda di energia dei 5 milioni di elettriche attese per il 2020. L’obiettivo resta però lontano: nei primi 8 mesi del 2015 le elettriche vendute in Cina sono state appena 108.654. E tutto il resto è ancora solo un hobby per supermiliardari.

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