Volkswagen

Volkswagen ha comprato in Italia alcune pagine di quotidiani per scusarsi con i propri clienti. Di che cosa non c’è scritto.  Anzi: di “un grave errore: abbiamo compromesso il rapporto di fiducia che da sempre ci lega”.  Insomma, chi conosce la storia capirà al volo, chi non la conosce volterà pagina e continuerà a non sapere. Che, come dicono alcuni, è sempre meglio di sapere.

Ma giusto per sapere (è il nostro mestiere): perché in Italia solo il marchio Volkswagen si scusa e non anche Audi e Skoda e Seat, marchi pure nella lista del “grave errore” rilevato dall’ente americano per la protezione dell’ambiente e confermato dal gruppo tedesco a livello mondiale? Non sono tutti e tutte clienti allo stesso modo?

Magari alla pagina Volkswagen – che certo, è il marchio di fabbrica e il simbolo del gruppo – seguiranno altre pagine di scuse di Audi, Skoda e Seat e buonanotte. Però la domanda resta, come almeno un’altra: lo scandalo del “grave errore” è diventato pubblico in America il 18 settembre scorso. Ci voleva un mese per scusarsi?

Su risposte e non risposte di Volkswagen, questo blog ha scritto a più riprese e dunque non ci torno.

Però consiglierei ai creativi della pagina di scuse – sia opera di una agenzia in collaborazione con l’azienda, sia roba fatta esclusivamente in casa – di andarsi a studiare per il futuro del marchio e delle relazioni con la propria clientela (che a mio giudizio resterà affezionata, conoscendola un po’) le geniali campagne pubblicitarie degli anni 60 in America per il Maggiolino.

La Volkswagen e il Maggiolino furono messi nelle mani di Bill Bernbach e della sua DDB nel 1959. Bernbach riuscì a imporre a un mercato dominato dalle big di Detroit un’automobile che non solo era piccola, senza stile e senza cromature, ma oltreoceano considerata una eredità del nazismo, con la guerra finita da poco.

L’equivalente di una montagna gigantesca da scalare. Come quella che Volkswagen ha oggi di fronte. E per la quale serve innanzitutto un cambio di cultura.

Lettera Volkswagen Dieselgate

 

Commenti
    Avatar autore

    Mah, a me pare evidente che le scuse son da intendere come fatte da un gruppo intero e non da un singolo marchio, magari per qualcuno negli uffici di PR “gruppo VAG” suona male 😀
    Se devono cambiare rotta in queste cose, probabilmente dovrebbero farlo in modo più spregiudicato: proprio ieri ho beccato un vecchio spot dato negli USA sulla Beetle, in cui c’era una voce fuoricampo che diceva:”Vi siete mai chiesto come l’uomo dello spazzaneve arrivi al suo mezzo per fare il suo lavoro?” dopodichè si vedono le ruote dell’inconfondibile Maggiolino che frantumano sicure uno spesso manto bianco. Pochi secondi più tardi vediamo l’uomo scendere in tutta tranquillità dalla macchina, aprire un grosso garage e da lì partire con lo spazzaneve. E la voce fuoricampo chiude:”Beh smettete di chiedervelo” Stemma VW su fondo nero e buonanotte a tutti!
    Ecco, c’è bisogno (anche) di queste cose in casa VAG (no dai, ammettiamolo, è brutto anche a scriverlo) altro che vecchiette che sniffano in modo equivoco dei fazzoletti impregnati di fumi di scarico!

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