Quasi in contemporanea, Volkswagen ha ricevuto l’approvazione da parte dell’autorità tedesca KBA circa le azioni da intraprendere in Europa sui motori diesel di tutte le cilindrate e ha annunciato la nuova squadra che affiancherà il CEO Matthias Müller. Sono passati tre mesi dall’ammissione dell’installazione del software truffaldino e, come promesso, a partire da gennaio cominceranno gli interventi di richiamo per 8.5 milioni di vetture interessate a un costo, per Volkswagen, sensibilmente inferiore a quello inizialmente stimato.

La risoluzione del problema rimane in sospeso negli Stati Uniti e in altri mercati del mondo, dall’Australia alla Corea, dove Vokswagen dovrà fronteggiare col suo esercito di avvocati decine di azioni legali. Ma la situazione, almeno in Europa, sembra tornare su binari di complessità accettabili. Anche dal punto di vista delle vendite, tutto sommato, negli ultimi mesi non è andata così male: a fronte di una crescita del mercato del 13.7%, a novembre il marchio Volkswagen è cresciuto del 3.1% (+4.2% a livello di gruppo).

Oggi sono state rese note le nomine dei nuovi manager che ricopriranno funzioni chiave come Ricerca e Sviluppo, Vendite, Design e Produzione. Un bel segnale di discontinuità rispetto al passato (anche se forse sarebbe stato necessario fare ancora di più); pur essendo scelte interne, tre su quattro hanno trascorso gran parte della loro carriera lontano da Wolfsburg.

In particolare per Ulrich Eichhorn (unanimemente riconosciuto come il miglior ingegnere in circolazione), che rimpiazza  Ulrich Hackenberg, l’architetto delle piattaforme modulari, si tratta di un ritorno alla grande, dopo essere stato parcheggiato per tre anni alla VDA (l’associazione dei costruttori tedeschi) a seguito di un’uscita da Bentley non gradita da Winterkorn.

Il dato che più colpisce è il numero dei top manager che riporteranno direttamente a Müller: è stato quasi dimezzato. Non c’è dubbio, come ha affermato lo stesso Müller, che questi cambiamenti “will speed up the decision-making process, reduce complexity and increase efficiency“.  Rispetto all’organizzazione precedente, fortemente accentrata, la nuova struttura per marchi/funzioni evita pericolose sovrapposizioni e delinea in modo chiaro le responsabilità.

Come si dice, non tutto il male vien per nuocere: vale per Volkswagen, e non solo. Con Piech e Winterkorn, questi cambiamenti non sarebbero stati possibili. E’ quella che Schumpeter chiamava ‘distruzione creativa’. Il gruppo Volkswagen ne uscirà rafforzato.

Lascia un commento