Sessismo e molestie, le ultime storie ci arrivano dalla Silicon Valley, un luogo mitico per chi segue l’auto e non solo. Aggiungiamo che molte donne lì e altrove non riescono a fare carriera allo stesso livello degli uomini (stipendi compresi), e non certo per mancanza di capacità e cultura. Nell’auto, questa è stata finora una certezza con poche eccezioni a confermare la regola. L’eccezione che mi fa piacere pensare diventi una normalità è Mary Barra, amministratore delegato della General Motors dall’inizio del 2014. O persone solo meno in vista, come la designer della Honda Michelle Christensen, Conti la capacità e basta.

E’ appena uscito uno studio sul sessismo imperante nella Silicon Valley fra le aziende del tech. “Elephant in the Valley”, 200 donne che lavorano lì da almeno dieci anni e che raccontano cosa accade nella terra dell’innovazione mondiale. Uno studio che spiega perché siano poche, in proporzione rispetto agli uomini, pure in un luogo dove si calcola siano impiegate nel tech complessivamente 400.000 persone, con un salario d’ingresso intorno ai 125.000 dollari. E’ una cattiva notizia in assoluto, lo è ancora di più ai tempi dell’imminente matrimonio fra tech e auto.

Eppoi. Pare che sia una Silicon Valley pure un po’ “troppo bianca”, aggiunge il carico Bloomberg. Perché non vengono assunti programmatori neri?  Già, ora che ci penso: non ho mai conosciuto amministratori delegati neri nell’auto. Che sia più facile diventare presidente degli Stati Uniti?

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