I risultati finanziari FCA relativi al 2015, annunciati ieri, confermano in primo luogo una tendenza che già si era delineata chiaramente nel corso dello scorso anno: l’assoluta dipendenza del gruppo dal mercato nordamericano.

Una volta esclusa l’incidenza sui conti di Ferrari, l’EBIT adjusted dell’area NAFTA, pari a circa 4 miliardi e mezzo di euro, vale il 93% di quello totale (nel 2014 pesava per il 65%). Il resto sono briciole, un po’ d’Europa e componenti.

Negli altri mercati più importanti del mondo, dove gli altri aumentano, le vendite FCA calano: -19% in Cina, -28% in India, mentre Brasile e Russia sono (un po’ per tutti) un bagno di sangue.

Il secondo dato che emerge è che finalmente, con un prodigioso quarto trimestre, il gruppo, al netto degli investimenti (9.2 miliardi), genera un flusso di cassa operativo positivo per 512 milioni. Non è granché (gli oneri finanziari, pari a 2.4 miliardi, riducono l’impatto di un EBITDA adjusted che sfiora gli 11 miliardi), ma Sergio Marchionne ha giurato che d’ora in poi FCA non brucerà più cassa.

Un’altra buona notizia viene dalla riduzione del debito industriale, che passa da 7.7 a 6 miliardi, grazie al cambio favorevole ed all’IPO del 10% Ferrari.

Rimango invece un po’ perplesso leggendo i dati sull’utile. L’incipit del comunicato stampa di FCA, e i giornali che lo riportano, parlano di 2 miliardi, ma è davvero così? Escludendo Ferrari, il profitto netto che deriva dalle attività correnti (continuing operations) in realtà è di 93 milioni, 266 milioni in meno dello scorso anno. La differenza è data dalle rettifiche e dal relativo impatto fiscale, soldi accantonati a fronte di eventi considerati non ricorrenti quali campagne di richiamo, sanzioni, svalutazioni monetarie, riallineamenti della capacità produttiva.

In ogni caso, gli obiettivi 2015 sono stati raggiunti e superati, mentre per il 2016 sono stati fissati all’insegna di una grande prudenza: fatturato, investimenti e livello del debito industriale sono in linea con lo scorso anno, solo un leggero ritocco per gli utili.

Al contrario, rimangono ambiziosi gli obiettivi del Business Plan 2014-2018, che ieri sono stati rivisti in rialzo nonostante lo spin-off Ferrari.

A far discutere non è tanto l’ennesimo rinvio dei nuovi prodotti Alfa Romeo, che ormai fa notizia come le accuse di gonfiare le vendite mensili, quanto l’impressionante generazione di cash (il debito industriale passa da -5 a +5 miliardi in soli tre anni) e l’aumento dei margini (dal 4.7% ad oltre il 7%).

L’idea è ovviamente di spremere ulteriori volumi dal marchio Jeep (oltre due milioni di unità entro il 2018 ed un nuovo pick-up per attaccare Ford e Chevrolet) e di recuperare redditività al di fuori degli Stati Uniti, dove si assume che il prezzo della benzina rimarrà basso e di conseguenza continuerà a favorire uno spostamento della mix di vendita verso SUV e light trucks.

Ma c’è chi sostiene che ciò non sarà possibile, in quanto FCA dovrà, come i suoi concorrenti, mettersi in regola con i nuovi livelli di emissioni fissati dall’agenzia di protezione ambientale americana (EPA). “FCA doesn’t have the resources to fulfill the emissions requirements” ha di recente dichiarato l’autorevole analista Maryann Keller. “It’s not a company that can survive in its present form.” Come è noto, negli Stati Uniti si possono acquistare crediti dai concorrenti per raggiungere gli obiettivi di CO2, una pratica di cui FCA ha fatto largo uso negli ultimi anni, ma che diventerà sempre più difficile e dispendioso perseguire man mano che i crediti si faranno più scarsi con l’abbassamento del target sulle emissioni.

Commenti
    Avatar autore

    Stiamo freschi se aspettiamo che Marchionne investa seriamente su (nuovi) modelli appropriati per rispettare le norme sulle emissioni USA. Lo ha detto lui stesso che gli “conviene” continuare a comprare crediti ecologici dalla concorrenza.
    Mah, più leggo certe notizie e più mi convinco che questo tizio non sia assolutamente in grado di programmare una strategia di lungo termine.
    Senza contare che ora vuole buttarsi a pesce sui segmenti truck/suv soltanto perchè la benzina adesso te la buttano dietro. Negli USA, almeno… però per quanto? E quando il petrolio tornerà a salire?
    Intanto la Dart e la 200 sono già lamiera morta, gli americani (pochi) che si aspettavano qualcosa di più consono ai loro gusti ed esigenze saranno felicissimi, immagino…
    Come saranno felicissimi di sapere che Marchionne abbia ottenuto l’accesso alle riserve di cassa Chysler di 13 mld di dollari riscattando le obbligazioni che impediva a tutto quel denaro di uscire fuori dagli USA…

    Avatar autore

    L’ennesima conferma: un mago dei giri di carte finanziari, a zero per ciò che riguarda il prodotto.
    La brutta notizia è che il giorno dopo che il prezzo del petrolio avrà avuto un’impennata duratura, FCA porterà i libri in tribunale.
    Perché il consumatore Usa è prevedibile come una gallina: compra suv/light trucks V8 a benzina a mani basse ma, in assenza di tasse di trapasso, il giorno dopo l’aumento di prezzo del carburante è in una concessionaria Toyota a vendere il mostro per comprarsi una Prius. E il minivan Pacifica ibrido per ora l’abbiamo visto solo col binocolo…

    Avatar autore

    Passare da -5 a +5 Milliardi di Euro a fine anno 2018, per me è fattibile! Non lo dico per per ingenuita, tenendo conto delle situazione negativa su alcuni mercati, i risultati finora raggiunti fanno ben sperare.
    Se il bilancio di fine anno non è tarocco, ora che FCA è riuscita a ripagare per intero il finanziamento costossismo che gli è stato elargito da parte del tesoro US americano (US treasur), più una penale di 180 millioni di dollari per la chiusura anticipata, Marchionne avra libero accesso sopra i 13 Milliardi che rimpinguiscono la cassa di FCA US (ex Chrysler).
    I costi che scaturiscono dal dover rifinanziare il debito che FCA si porta dietro, grazie a questa mossa caleranno rapidamente. Gli analisti prevedono cospiqui risparmi sul finanziamento negli anni a venire per FCA, nel 2018 il risparmio annuale dovrebbe superera un milliardo di Euro

    La penale di 180 millioni di dollari ha di suo parte contribuito ad affossare l’ultima trimestrale presentata dalla FCA per il 2015.
    Negli anni avenire questo tipo di spesa verra a mancare. Il debito sceso a 5 Milliardi di euro dopo la scorporo della Ferrari a Gennaio (fine anno 2014 erano 7,3 Milliardi) di sua volta aiutera Marchionne nel tentativo di aumentare i margini di guadagno.

Lascia un commento