Tra i risultati finanziari del 2015 che il gruppo Renault (Renault, Dacia, Samsung Motors) ha pubblicato la settimana scorsa, spicca un profitto netto che sfiora i 3 miliardi di euro.
Ma anche quest’anno alla bottom line ha generosamente contribuito Nissan, di cui Renault possiede il 43.4%, con un assegno di 2 miliardi (400 milioni in più rispetto al 2014), in parte compensati da un contributo negativo (-620 milioni) di AvtoVAZ, la cui holding è controllata al 50% dai francesi.
Negli ultimi quattro anni, il contributo di Nissan ai conti di Renault è stato di oltre 6 miliardi.
A livello operativo, il profitto delle attività automotive è stato pari a un miliardo e mezzo, con un margine del 3.5%, grazie all’aumento dei volumi e alla riduzione di costi negli acquisti che pesano ciascuno per circa mezzo miliardo. Tenendo conto anche delle attività finanziarie (824 milioni), il margine arriva al 5.1%, un obiettivo in precedenza fissato da Ghosn per il 2017.
Buone notizie vengono anche dalla top line, con un fatturato automotive di 43 miliardi, all’aumento del quale (+4.2 miliardi pari al 10.9%) hanno contribuito in modo significativo, oltre ai volumi, le vendite effettuate ai partner, in particolare a Daimler che possiede il 3.1% di Renault. Tuttavia, le vendite del gruppo in totale crescono “solo” del 3.3% a 2.8 milioni di unità, con l’Europa, in netta crescita, che pesa quasi per il 60% dei volumi.
Perdono terreno invece tutte le altre regioni, ad eccezione di Africa/Medioriente/India.
A dire il vero, il quadro internazionale non è particolarmente confortante per Stefan Mueller, l’ex-capo dell’Europa di recente nominato Chief Performance Officer al posto di Jerome Stoll che va in pensione, o meglio, va ad occuparsi di Formula Uno.
Una sfida non da poco per il 55enne manager tedesco, che dovrà gestire, tra le altre cose, la crisi in Russia, dove il gruppo è molto esposto, quella in Sud America, la fine del miracolo Dacia ed il lancio del primo veicolo prodotto in Cina, il crossover Kadjar, dalla joint venture con Dongfeng.