La Porsche ha scaricato Maria Sharapova da brand ambassador nel tempo di uno 0-100 di una 911 dopo l’ammissione da parte della tennista siberiana di aver preso un farmaco di nome Meldonium, entrato da quest’anno – a sua insaputa, ha detto – nella black list del doping. Sono garantista per formazione, per cui attendo l’esito delle indagini, anche se piuttosto sconsolato. Sharapova non appare simpatica, ma è tennis da grinta infinita. Peccato.
“Maria Sharapova è una atleta eccezionale. Combina il massimo delle prestazioni nel suo sport con l’eleganza e la potenza. Precisamente le qualità che abbiamo sulle nostre auto sportive”, dichiarò con enfasi il giorno della firma del contratto di sponsorizzazione Matthias Mueller, allora capo di Porsche. Però che curiosa coincidenza: Sharapova ha barato ed è stata messa fuori, il gruppo Volkswagen ha barato sui test per le emissioni, ma Mueller è stato promosso dalla Porsche al vertice del colosso tedesco. Un software truccato a sua insaputa, come il Meldonium lettone? Sono garantista, attendo l’esito delle indagini (più sconsolato, essendo passati sei mesi).
Nel caso Porsche, Sharapova è stata giudicata un’ambasciatrice che ha portato pena. Ma quando esplose lo scandalo Fifa con sequestri e arresti, gli sponsor del calcio (tra cui Hyundai, limitandoci al mondo dell’auto come per Sharapova) non stracciarono i contratti: espressero solo grave preoccupazione. Come dire, sbrigatevi a fare un po’ di pulizia, perché il nostro business deve continuare. Due pesi e due misure, all’ombra di una immensa falsità.
A parte che a scaricarla sono stati anche Tag Heuer e Nike, direi che proprio perchè Porsche si trova in una situazione “particolare” debba stare attenta a non rovinarsi ulteriormente l’immagine facendo da sponsor ad atleti dopati e quant’altro. A prescindere da chi sappia cosa ecc…