Il 3 giugno 2016 sarà una data particolare per il calcio internazionale: nel territorio a nord del Rio Grande verrà per la prima volta dato il calcio d’inizio di una partita della Coppa America, il torneo per nazioni più antico del mondo che proprio per celebrare il centenario della sua prima edizione si trasferirà negli Stati Uniti. Un viaggio verso nord che ricorda, attraverso un collegamento letterario che oscilla tra l’ardito e il pretestuoso, quello narrato dal giovane Che Guevara alla guida della sua Norton 500 M18 (nella foto da Wikipedia) molti anni prima.

Il calcio nella sua più forbita declinazione latinoamericana, guidato dai talenti di Messi, Neymar e James Rodriguez, viaggia verso nord: dalle glaciazioni dell’estremo sud del Perito Moreno, passando per le pampas dei gauchos, la cordigliera andina, i lussi di Punta del Este, i balli di Rio, la foresta amazzonica, le inquietudini sociali di Colombia e Venezuela. Un viaggio apparentemente senza senso, perché sarebbe come andare a giocare gli Europei in Cina o in Australia.

Un viaggio verso nord che è una scoperta, la scoperta della nuova frontiera del futbol, o meglio, del soccer nella terra degli yankee. Un viaggio da fare su due o quattro ruote, da soli o in piacevole compagnia, riempendo di appunti e immagini fogli bianchi e memoria. Un viaggio emozionante, ai limiti del romantico se non fosse che, ancora una volta, è solo il business a guidare questa transumanza: gli sponsor, le società che vendono i diritti di broadcasting dell’evento, le Federazioni calcistiche regionali, nonché la Fifa, non viaggiano su una Norton 500 M18 né su una sgangherata macchina presa a noleggio o comprata di seconda mano per essere rivenduta a fine percorso.

Non viaggiano verso una destinazione geografica o all’interno di un percorso personale: semplicemente corrono verso nuove e sempre più redditizie forme di business, e storicamente non c’è mai stato un periodo migliore di questo per spingere il calcio negli Usa con possibilità più che concrete di innestarlo finalmente nell’elite degli sport americani che consentono i maggiori guadagni.

Partiti da premesse così diverse, non resta che riprendere saggiamente un datato spot della Fiat Croma interpretato da un inappuntabile Jeremy Irons che, superando elegantemente i limiti che caratterizzavano quel prodotto, sollecitava i potenziali acquirenti ricordando quanto, viaggiando, non sia importante dove vai ma come ci arrivi. Ecco, se per arrivare a un risultato commerciale  è necessario passare per le giocate sopraffine di Messi e Neymar, allora andiamo a goderci questa Coppa America del Centenario anche se sarà un prodotto made in the Usa.

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