Troppe coincidenze in politica sono più che un indizio. E tra Volkswagen e il governo tedesco di Angela Merkel si fa fatica a distinguere i primi dai secondi, essendo la mano pubblica uno degli azionisti del primo gruppo europeo privato dell’automobile. Detto questo, è una coincidenza che piace: proprio alla vigilia dei conti 2015 Volkswagen, colpiti dallo scandalo del dieselgate, Merkel ha deciso di mettere un miliardo di incentivi sull’auto elettrica e ibrida plug in. Favorendo non solo l’ambiente ma anche – tra gli altri costruttori – Volkswagen, che ha appena annunciato 20 nuovi modelli elettrificati entro il 2020, oltre a quelli già in casa.
Volkswagen – come Daimler e Bmw che hanno aderito all’iniziativa (altri prevedibilmente seguiranno) – dovranno partecipare con metà importo dell’incentivo, 4.000 euro per una elettrica, 3.000 euro per una ibrida alla “spina”. Escluse le ibride normali (sgambetto alla Toyota, leader incontrastato) e i modelli con prezzi superiori ai 60.000 euro. Soldi disponibili fino al 2019, poi si vedrà. Fossi a Wolfsburg, accelererei i nuovi piani virtuosi, pur tra le difficoltà di uno scandalo i cui effetti sono lungi dall’essere finiti.
Quanto spostano questi incentivi tedeschi? Diciamo subito che l’obiettivo di Merkel di avere un milione di auto elettrificate per strada entro il 2020 sarà mancato purtroppo per la seconda volta (dopo un primo annuncio del 2014), meno fantasiose appaiono le 500.000 ammesse a denti stretti dal vice cancelliere Sigmar Gabriel.
Per le elettriche, i 4.000 euro di Merkel faranno poco, meno sicuramente dei circa 10.000 francesi se lì si butta una diesel. Nel primo trimestre in Europa, la vendita di elettriche è aumentata del 18% (23.717), di cui 2.332 in Germania (-1,7%, sullo stesso periodo del 2015) per cui i 4.000 euro, ma sì, qualcosa spingeranno. Per le ibride plug in, invece, credo che l’aiutino avrà effetti più corposi. Sempre nel primo trimestre, le vendite di queste auto sono cresciute del 44,6% (23.868, più delle elettriche), di cui 3.506 in Germania (+61,6% rispetto al primo trimestre 2015). 3.000 euro hanno qui un senso più forte.
La mia idea è che l’ibrido, tutto l’ibrido, sia solo una tecnologia di transizione verso le zero emissioni. L’ibrido non cambia la vita, ma apre il cervello. E comunque brava Merkel perché meglio dello zero assoluto di Renzi, anche se mi risulta che a palazzo Chigi stiano preparando finalmente un piano. E bravo il collega che ha riportato i dati Acea sulle auto green in Europa, che mi ha convinto a scrivere questo post sull’onda della “coincidenza”. Merita link al suo lavoro e caffé pagato alla prima occasione.
Ai tempi d’oro dei democristiani l’Italia inventò una tassa di lusso sulle auto basata sulla lunghezza che favoriva la Fiat 1100 a svantaggio del VW Maggiolino. A distanza di mezzo secolo, Angela Merkel, ripete il colpaccio escludendo le ibride non plug-in (e quindi Toyota) dagli incentivi.
Più di ogni considerazione, la misura dell’arretratezza della tecnologia made in Germany.