Non sono più giovanissimo, ma per nessun motivo vorrei perdermi il 2020. Stando alle case automobilistiche, questa sembra ormai essere la scadenza decisiva entro la quale tutto dovrà accadere. “By 2020 the customers should have access to thousands of high-powered charging points“, è l’ultima dichiarazione congiunta di Ford, Volkswagen, Mercedes e Bmw, che la scorsa settimana hanno siglato un “Memorandum of Understanding” (MoU) in base al quale si impegnano a sviluppare una rete di ricarica per vetture elettriche con 400 stazioni in tutta Europa.

Tale sistema, basato su una tecnologia denominata CCS (Combined Charging System), sarebbe ovviamente compatibile con la maggior parte dei nuovi modelli, ridurrebbe significativamente i tempi di ricarica grazie ad una potenza fino a 350 kilowatt e consentirebbe una maggiore autonomia soprattutto lungo i percorsi extra-urbani, a partire dalle autostrade. Si tratta di una collaborazione senza precedenti per creare un’infrastruttura che funzioni a prescindere dal marchio della vettura elettrica posseduta, ed è indubbiamente un’ottima iniziativa, che dimostra che i quattro costruttori coinvolti vogliono essere in controllo del proprio destino.

Ma la domanda che sorge spontanea è: che ne è delle altre case? Perché Opel, Fiat, Toyota e soprattutto i francesi non hanno aderito? A questo proposito, il comunicato stampa è abbastanza nebuloso: “While the founding partners – BMW Group, Daimler AG, Ford Motor Company and Volkswagen Group – will be equal partners in the joint venture, other automobile manufacturers will be encouraged to participate“.

Ho provato a chiederlo ad un amico che lavora in Acea qui a Bruxelles, ma ho avuto una risposta poco convincente, del tipo che gli altri ci starebbero ancora pensando…mah !

Eppure, non più tardi di giovedì, alla conferenza organizzata da Acea “Smart Cars: Driven by Data’, i principali 15 costruttori europei hanno annunciato che uniranno i loro sforzi per trovare una soluzione per un accesso sicuro ai dati dei veicoli: “Vehicle manufacturers are fundamentally willing to share relevant vehicle data with third parties, provided this occurs in a way that meets strict requirements for road and product safety, as well as data security, and does not undermine their liability” ha dichiarato Erik Jonnaert, segretario generale di Acea.

Dunque connettività sì, mobilità elettrica no. E’ comprensibile che italiani e francesi non abbiano aderito con entusiasmo al consorzio tedesco, e che non siano disposti ad impegnarsi in ulteriori investimenti, ma rimango dell’idea che un progetto importante come una rete di ricarica veloce per vetture elettriche a livello europeo poteva e doveva essere portato avanti in un ambito comune nel comune interesse.

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