Mi trovo in Italia per la settimana bianca e non ho potuto fare a meno di vedere ed ascoltare lo spot della nuova Alfa Romeo Stelvio, il cui testo recita più o meno così: “Caro solito Suv, tu sei solo tecnica. Io, prima di tutto, performance. Tu sei esaltazione della ragione. Io, prima di tutto, equilibrio fra meccanica ed emozione. Tu sei la meta affollata. Io, prima di tutto, il viaggio. Tu sei la monotonia. Io sono Alfa Romeo. Quando finisce il Suv comincia Stelvio“. Non sono un esperto di pubblicità, e ne ho dedotto che l’obiettivo dei responsabili della comunicazione Alfa Romeo sia quello di anteporre esplicitamente il loro primo Suv ai concorrenti premium tedeschi.

Leggo pure sull’ultimo numero di Quattroruote che, durante lo sviluppo, i tecnici italiani hanno tenuto come riferimento la Porsche Macan, immagino per assicurarsi che la guidabilità della Stelvio fosse al vertice del segmento, e che in effetti “la Stelvio somiglia da vicino ad una Porsche Macan, ma è più caliente, più latina, coinvolgente oltre che efficace”. Tesi confermata dal bravo direttore tecnico di Alfa Romeo, Roberto Fedeli, che nell’intervista contenuta nella prova dichiara: “Abbiamo guidato moltissimo le vetture della concorrenza e, sinceramente, per quanto riguarda la guidabilità, la meccanica, le sensazioni, secondo me non c’è storia”.

Non ho ancora avuto modo di provare la Stelvio, ma gli credo sulla parola; ho provato la Giulia e avuto una Giulietta, indubbiamente sono macchine divertenti da guidare, più coinvolgenti dei corrispondenti modelli Audi, Bmw e Mercedes.

Mi domando tuttavia quanto nel mercato premium la guidabilità sia un attributo di prodotto importante, cioè se sia in cima alle “reasons for buying”. Da quanto mi risulta, gli aspetti a cui i clienti premium attribuiscono un’importanza fondamentale sono qualità, durabilità ed affidabilità. Certo, le prestazioni contano, ma vengono dopo la qualità e dopo la tecnologia.

Per battere la concorrenza tedesca (e Jaguar e Lexus) e contribuire in modo decisivo ai conti Fca, Alfa dovrà prima di tutto guadagnarsi una reputazione in termini di qualità, durabilità ed affidabilità, che rappresentano le fondamenta su cui poggiano le altre caratteristiche di prodotto.

Dubito che Reid Bigland, al quale Marchionne ha affidato il marchio e che finora ha venduto in America pick-up e truck, sia pienamente consapevole e convinto di questa sfida. E mi preoccupa non poco leggere che nelle graduatorie di J.D. Power e di Consumer Reports, appena pubblicate, i marchi del gruppo Fca occupino sistematicamente le ultime posizioni, mentre i marchi “top-rated” dai consumatori sono Lexus, Porsche ed Audi.

Non ci sono scorciatoie per la qualità. Tuttavia Fca non sembra aver colto del tutto la questione, al punto che Larry Vellequette, il corrispondente di Automotive News che da anni segue da vicino le vicende del gruppo, a questo proposito scrive: “The fault is sistemic. The fault lies in a company trying to do too much with too few resources; one that boasts of instantaneous decision-making but ignores that those decisions have consequences for suppliers, employees and partners. It lies with those who cut corners for expediency or profit, who choose the cheap over the good. And it lies with a company that prioritizes the growth of its North American profit margin and its share price to the detriment of almost every other consideration“.

Qualità, affidabilità e durabilità hanno inoltre un impatto significativo sul valore residuo, un parametro cruciale che nei contratti di leasing e noleggio a lungo termine concorre a definire la competitività delle quote mensili che il cliente deve sostenere. Soprattutto nei segmenti premium, dove Alfa Romeo ambisce a competere, un alto valore residuo è una condizione imprescindibile per conquistare quote di mercato e/o spuntare maggiori margini.

Poco importa, dunque, avere al lancio una strategia di prezzi allineata a quella dei concorrenti tedeschi (la Stelvio First Edition, con motore turbo benzina da 280 cavalli, cambio automatico e trazione integrale, a 57.300 euro costa più della nuova Q5 TFSI quattro S tronic da 252 cavalli) o uno spot irriverente: nell’arco del ciclo di vita della Stelvio saranno altri i fattori chiave per una crescita di fatturato profittevole.

Commenti
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    Fa veramente ridere che in Alfa si affannino così tanto a porre l’enfasi sul piacere di guida riguardo ad un SUV – ripeto, un S U V – quando allo stesso tempo si rifiutano di produrre una sportwagon che sarebbe molto più adatta allo scopo.
    Su Bigland meglio tacere, per me è l’uomo sbagliato al posto sbagliato.
    Io comunque non sottovaluterei nemmeno la concorrenza di Volvo in Europa e Cadillac negli US…

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    Perdoni lo sfogo, però a me sembra che si critichi Fca tanto per il gusto di farlo, è forse una mia impressione? Quando, a causa delle poche risorse finanziarie, sviluppano pochi modelli non va bene: dovrebbero invece coprire ogni segmento, proprio come fanno i gruppi concorrenti (ognuno con una situazione economica a sé stante); successivamente tornano ad investire nel nostro Paese e questa volta pare sul serio, dopo la menzogna di Fabbrica Italia, con un rilancio (l’ennesimo, è vero) i cui primi frutti sono auto finalmente al livello, secondo riviste del settore, della migliore concorrenza. Ora va bene? Ancora no, perché adesso fanno troppo per le risorse che hanno… Leggo critiche da parte sua agli spot pubblicitari (anch’io trovo ridicolo il primo che girava in tv, ma lamentarsi di quelli successivi credo sia pretestuoso), magari perché il prodotto, tutto sommato, lascia poco il fianco scoperto alle critiche? Concludo dicendo che mi trova assolutamente d’accordo circa la maggiore importanza nel segmento premium di qualità e affidabilità rispetto al piacere di guida, ma ci vuole del tempo prima di valutare questi aspetti nelle nuove Alfa e solo allora si potrà, eventualmente, criticare con cognizione di causa. Cordiali saluti, continuerò a seguire con interesse questo blog.

    […] per un paio di colleghi che mi hanno telefonato (senza poi scriverlo), incipit rivelatorio del post di Lepouquitousse che lo usa per dire una grande verità: se si vuole sfondare nel premium, come intende fare l’Alfa Romeo, bisogna puntare prima sulla […]

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    Puntare sulla qualità per battere le tedesche sarebbe come puntare ad abbassare i prezzi per battere la concorrenza cinese. Io penso che la dinamica di guida sia tutto in un auto, non devo solo spostarmi dal punto A al punto B ma devo divertirmi mentre lo faccio. E penso che sarà più dura per loro mettere un anima nei loro prodotti piuttosto che per noi togliere quel paio di scricchiolii che possono essere ancora rimasti…o forse no?

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