Il 12 settembre, nel nuovissimo Steve Jobs Theater di Cupertino, sono presentati al mondo i nuovi modelli di iPhone, l’oggetto spesso accreditato di aver contribuito a cambiare il mondo digitale (e non solo) in quest’ultimo decennio.

Al solito non si sprecano le riflessioni sul potere mediatico di Apple,  il cui brand ha una forza imponente. Ciò rende possibile trarre il parallelo con un’azienda che appartiene ad un settore a noi più familiare, Tesla.

Come Apple non ha inventato lo smartphone, Tesla non ha inventato l’auto elettrica. Eppure, parlando di veicoli elettrici, è uno dei primi nomi a spuntar fuori, nonostante nell’intero 2016 abbia prodotto tante vetture quante Gm ne vende in una decina di giorni. Proprio Gm, ultimamente, è protagonista di un paradosso generato da Tesla.

Dicembre 2016: iniziano le prime consegne della Bolt, l’elettrica a prezzo popolare prodotta dalla casa americana. In netto anticipo sulla concorrente Tesla Model 3, la cui produzione doveva ancora iniziare.

Sotto diversi aspetti, la Bolt batte la Model 3. Anche sul prezzo: la Chevy parte da 37.500 dollari, incentivi esclusi, contro i 35mila richiesti dalla versione base della Tesla. Tuttavia l’allestimento minore della Bolt ha già una dotazione rispettabile, diversamente dalla Model 3, che, ad esempio, per il prezzo base è disponibile in un solo colore, il nero. Ricorda quanto disse Henry Ford: “Ogni cliente può avere un’auto di qualunque colore desideri, purché sia nero”…

Tornando a parlare di prezzo, anche aggiungendo i vari optional la Bolt si ferma intorno ai 45mila dollari, diversamente dalla concorrente che può arrivare a 58mila. E, ciliegina sulla torta, la Bolt è disponibile ora, presso un qualsiasi dealer Chevrolet, contro i 12-18 mesi di attesa previsti ordinando ora una Model 3 (ricordando, tra l’altro, che Tesla intende dare precedenza, nella produzione, alle vetture di allestimento superiore alla base).

Con queste premesse dovrebbe esserci la fila davanti alle numerose concessionarie della casa di Detroit: invece nessuno compra le Bolt. Vero, tecnicamente il lancio sull’intero territorio Usa è avvenuto da poco, eppure già a luglio Gm ha ridotto la produzione nella fabbrica di Orion , dove viene prodotta, dato che l’inventario a disposizione iniziava ad essere troppo elevato. Bisogna poi considerare che i mercati in cui la Bolt è divenuta disponibile negli ultimi giorni sono poca cosa rispetto a quelli dove lo era già.

Questo ha portato a situazioni dove, tra incentivi statali e sconti della concessionaria, certi clienti si sono portati a casa un’auto nuova, che ha poco da invidiare a gran parte delle versioni della Model 3, per oltre una decina di migliaia di dollari in meno sul prezzo base della concorrente. Un risparmio notevole.

Eppure la Bolt resta in penombra, in un mercato che sembra attendere la proverbiale gallina domani contro l’uovo oggi, come dimostrano le centinaia di migliaia di prenotazioni dell’idea della Model 3, tutte avvenute mesi dopo la presentazione del modello di serie della Bolt.

E’ un’attesa giustificata, o siamo davanti ad un altro caso di campo di distorsione della realtà? Ai posteri l’ardua sentenza.

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