Anche io, lo ammetto faro’ il tifo. L’omologazione culturale di questi anni sta facendo produrre a tutti i costruttori macchine efficienti, risparmiose (si diceva cosi’ tanti anni fa per la Uno …) alte il giusto ma non troppo, piene di gadget, con l’aria di brave ragazze di buona famiglia in attesa di un buon partito … ma tutte uguali come bigne’ alla crema, con un micromusetto coda tronca ed un cx esasperato .
La notizia della fine della produzione della Defender, che era l’ultimo baluardo dei mezzi duri e puri con una faccia diversa ed una attitudine ad essere pecore nere per distinguersi dal branco, aveva effettivamente lasciato molti in gramaglie (me compreso ovviamente). L’idea di riproporre un mezzo unconventional come si faceva un tempo e ripercorrere la strada dei 4×4 come si deve mi riempie di gioia e come me credo molti. Certo e’ un rischio, un azzardo economico ed industriale. Ma le mode si fanno e non si seguono se si vuole vincere sul mercato e la scommessa puo’ anche essere meno azzardata di quanto si possa pensare. Quando Mary Quant invento’ la minigonna (per rimanere in Inghilterra, of course) tutti dicevano che era pazza; quando usci’ il primo walkman il signor Sony dovette faticare un mondo per convincere i suoi ingegneri a produrlo ed i suoi commerciali a piazzarlo, ma poi …. speriamo proprio che sia un successo. (O forse e solo che mi sto rinc… per l’eta’ e la nostalgia la fa da padrone? Mah …)