Dopo 12 lunghissimi anni di primato, Fca ha perso la leadership del mercato brasiliano. Quel che forse è peggio è che ad infliggere questa amarezza a Sergio Marchionne, assai affezionato al mercato carioca che fino al 2010 ha tenuto in piedi i conti del Lingotto con maxi-profitti nell’ordine del miliardo di dollari, è stata Mary Barra.

La Gm infatti nel 2017 si è assicurata il 18,1% del mercato brasiliano con 394.000 immatricolazioni contro le 380.000 di Fca ferma al 17,5. Il terzo posto è andato a Volkswagen, nettamente staccata con 270.000 pezzi e una quota del 12,6%. Il tutto in un mercato tornato a crescere di quasi il 10% ma ancora lontanissimo, con i suoi 2,2 milioni di immatricolazioni, dal record di quasi 4 milioni di vendite raggiunto nel 2012, prima dello tsunami che ha flagellato l’economia del paese. Per avere un’idea di quello che è successo all’automotive brasiliano  basterà ricordare che nel 2012 Fca immatricolò più di 700.000 veicoli, pick up compresi.

In realtà, però, nella Fiat carioca, guidata da Stefan Ketter che è anche il gran capo di tutte le fabbriche del gruppo italo-americano, non si respira aria di lutto. Tutt’altro. Ed è il marchio Jeep – guarda caso – a regalare un’ottima notizia a Marchionne: nel mercato delle sole auto, la Jeep brasiliana ha venduto il 49% in più rispetto al 2016 raggiungendo la quota del 4,8% del mercato. Un livello record a livello globale. Sorprendentemente si tratta della stessa aliquota che Jeep ha negli Stati Uniti dove però gioca in casa mentre, ad esempio, in Italia i suv yankee coprono solo il 2,5% delle immatricolazioni.

Jeep ci ha messo solo tre anni a sfondare sul mercato verde-oro. Merito della piccola Renegade e soprattutto della Compass (prodotta anche in Messico, India e Cina), che nel 2017 è volata direttamente sulla posizione di suv più venduto del Paese. Entrambi i modelli sono prodotti nella nuovissima fabbrica di Pernambuco, pagata all’85% dallo stato brasiliano, che nel 2017 ha sfornato quasi 100.000 veicoli del marchio americano e circa 50.000 Fiat Toro, un pick-up assemblato sulla stessa piattaforma di Renegade e Compass, la B-wide progettata in Italia.

Brillante anche l’andamento del marchio Fiat nel segmento dei pick up, molto diffusi in Brasile, dove è arrivata a coprire oltre il 37% del comparto. Nel mercato delle sole auto, invece, l’anno scorso Fiat è scesa al di sotto della quota del 10% ed è stata superata da ben quattro costruttori: Gm, Volkswagen, Hyundai e Ford. Ketter tuttavia anche in Brasile sta cercando di riposizionare il marchio un po’ più in alto nel mercato con il lancio di nuovi motori a tre cilindri e con l’ultima nata, la Argo, che forse dalla fine di quest’anno sarà esportata in Europa.

I buoni margini di Jeep, il dominio nei pick up e il riposizionamento del marchio Fiat stanno avendo anche buoni riflessi sui conti della Fca latino americana che nel solo terzo trimestre ha registrato quasi 60 milioni di euro di utili con un margine del 2,8%, leggermente superiore a quello raggiunto da Fca in Europa.

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