Che pretesto mi dà la cronaca: un Piaggio Ciao, rubato 31 anni fa, è stato trovato dai carabinieri a casa di un ricercato ed è stato riconsegnato al proprietario. Che all’epoca aveva 17 anni. Il tempo ritrovato, direbbe Marcel Proust nell’ultimo volume della “Recherche”. Che pretesto: il Ciao ha appena compiuto 50 anni, era il 1968 e accadevano molte cose, nascita della Vespa Primavera compresa.

Il Ciao, in realtà, fu presentato alla Fiera del Mare di Genova nell’ottobre del 1967 alla presenza dell’allora presidente della Piaggio Umberto Agnelli. La commercializzazione seguì nel 1968, come accadde per la Vespa Primavera svelata al Salone della Moto di Milano nel novembre del 1967.

Il Ciao è il nostro Solex, il nostro ’68 rispetto al Maggio francese, è l’idea di un ciclomotore pensato per tutta la famiglia privilegiando nella comunicazione la clientela femminile. Un oggetto di mobilità semplice e leggero, come un telefono (dell’epoca, ovviamente…).

Il Ciao è stata la prosecuzione della campagna Vespa con altri mezzi. “Le sardomobili hanno i musi lunghi/ bella ‘chi Ciao'”, o anche “Risuscita chi dorme/ Ciao fa miracoli”, o ancora il Ciao in prestito a una campagna pubblicitaria della Pan Am (forse ci vuole un po’ di età per sapere cos’è la Pan Am) a bordo del quale gli americani mettono una ragazza polinesiana.

Il Ciao rubato e ritrovato, prodotto dalla Piaggio fino al 2006, me ne ricorda uno bianco di una compagna di scuola. A bordo del quale a Roma venimmo fermati a un semaforo da un vigile con una manata sul parabrezza, perché sul 50 non si poteva essere in due. Andavamo a casa di quel che sarebbe diventato un regista famoso, per organizzare l’occupazione del nostro liceo. Il ’68 era volato via da un bel po’, gli anni erano pesanti e non era nemmeno di maggio.

Ma altro tempo ritrovato, caro Marcel Proust.

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