Intervistare Marchionne e Putin nella stessa settimana non è da tutti. Né che l’intervistatore si rivolga a Marchionne “in modo un po’ irriverente” – ammette – dicendogli: “E’ davvero speciale per me, Sergio. Intervisto due dittatori nella stessa settimana“.

Le parole sono di Paul Ingrassia, giornalista americano premio Pulitzer del 1993 per una inchiesta sulla Gm quando era capo dell’ufficio di Detroit del Wall Street Journal, ex direttore di Reuters, ex vicedirettore di Thomson Reuters e molto altro. Consiglio la lettura, fra i suoi libri, di “Engines of Change: A History of the American Dream in Fifteen Cars”, del 2012.

Paul Ingrassia ha scritto il 23 luglio scorso un ricordo di Sergio Marchionne sul sito di Revs Institute, un centro studi automotive in Florida di cui è attualmente direttore. Il titolo è già niente male: “Sergio Marchionne: a (Mostly) Benevolent Dictator Who Rescued and Revived Car Companies, His Way”.

Me lo ha girato un amico comune e ho pensato di riportare alcuni brevi passaggi per la franchezza dell’obituary. Con battute di Marchionne, tipo “passo il 75% del mio tempo in Fiat e il 75% in Chrysler”.

“Intervisto due dittatori nella stessa settimana”, dice insomma Ingrassia a Marchionne, “e non era del tutto uno scherzo”. La reazione? “Uno dei suoi uomini fece una smorfia, ma lo stesso Sergio sghignazzò. Marchionne ha una grande virtù, spesso assente negli uomini di potere, essere capace di ridere di se stesso. Sono piuttosto sicuro che non mi sarebbe mai piaciuto lavorare per Sergio. Ma lo ammiro come un Ceo notevole, probabilmente il miglior capo di un’azienda automobilistica del pianeta nell’ultimo decennio”.

Per chi volesse leggere in inglese il testo completo, qui il link.

Lascia un commento