Mélancolie da auto elettrica

Vado o non vado al mare con l’auto elettrica? Andrei. Qui nel sud della Francia, a due passi dalle Calanques di Cassis, ogni giorno vado in spiaggia in realtà a piedi passando per un parcheggio a pagamento. I primi due posti, che vedete nella foto, sono riservati alle auto elettriche. Ci sono i disegnini per terra, la colonnina al centro con possibilità di ricaricare due veicoli, la polizia locale pronta a multare eventuali diesel e benzina di furbetti del quartierino français.

Vado o non vado al mare con l’auto elettrica? Ogni giorno che ciabatto lì spero sempre di vedere un’auto in carica, scoprire di che marca è, sognare per l’Italia gli incentivi che il governo francese dà agli acquirenti di un’auto a zero emissioni. 6.000 euro come bonus, più altri 4.000 di benvenuto. Wow, 10.000 euro, davvero un sogno: in Francia nel 2017 sono state immatricolate 24.910 veicoli EV, +15% sul 2016. In Italia, 1.879.

Certo non è per questo che la Francia è diventata campione del mondo di calcio e per la quale ho tifato in solitudine, ma certo è un Paese che si dà degli obiettivi: nel 2040 in circolazione solo elettrificate, nel 2050 solo a zero emissioni. Grandeur, mica male.

Torno in spiaggia, passo e ripasso davanti alla colonnina come il mare sul bagnoasciuga, ma sia al mattino che alla sera i due posti di ricarica per l’auto elettrica sono sempre vuoti. Gli unici, perché il resto del parcheggio è spesso pieno.

Mi viene tristezza, quasi mi deprimo per questa cavolo di auto elettrica che non decolla: i francesi direbbero mélancolie. Finché una sera noto la sagoma di un grosso suv nell’area con il cavo di ricarica. Butto in spalla l’asciugamano, accelero il passo con l’infradito e mi ritrovo davanti una…. Alfa Romeo Stelvio con targa francese. Per essere l’unico italiano in zona, beffa delle beffe. “Merde!”, nel più franco esprit locale.