Quarta generazione. Per Jeep Wrangler e per Suzuki Jimny. Che significa? Niente. E tutto. Guardatevi intorno: sui mercati impazzano suv e crossover. La differenza terminologica stava in un capello, trazione integrale per i primi, anteriore o posteriore per le seconde. Capello spezzato: si comprano quasi esclusivamente modelli senza trazione integrale. Che ci fai se l’uso quotidiano è in città? Suv e crossover sono un selfie dei tempi, dunque comodi, connessi e d’apparenza innanzitutto.

Poi – un poi solenne – ci sono la Jeep Wrangler e la Suzuki Jimny. E domani ci sarà l’erede della Land Rover Defender, ma ho timori: sta passando troppo tempo nella gestazione della nuova, speriamo non la rovinino.

Wrangler e Jimny sono rimaste fuoristrada puri e duri, con la ruota di scorta appesa esternamente sul portellone, linea squadrata, sterzo e rollio da off road che non sono il massimo della vita quando si va sull’asfalto. Capita anche a loro, di andarci.

Certo, Jeep Wrangler e Suzuki Jimny hanno nuovi sistemi di assistenza alla guida, qualche concessione alla modernità, qualche rudezza in meno, ma lo spirito dei tempi è quello. 1987 per la prima  (se non il 1940 della originaria CJ), 1970 per la seconda.

In fondo sono loro oggi i veri veicoli a guida autonoma. Livello massimo, senza essere condotti dalla moda.

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