“Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere”.  Così scriveva Karl Popper quasi 50 anni fa. Ricordi di università, che tornano alla mente nel leggere la notizia di questi giorni, apparsa su molte testate e siti web: calano le vendite del diesel e aumenta il livello di emissioni di C02.

La tesi di fondo non è nuova. Gli effetti prodotti dal combinato disposto dello scandalo dieselgate e i nuovi limiti di emissioni nell’Unione Europea stanno andando nella direzione opposta a quella desiderata: aumenta la CO2 perché la gente non compra più diesel. Ergo, comprare diesel significa avere a cuore l’ambiente e tenere sotto controllo il livello di emissioni. Questo è il messaggio che implicitamente passa al consumatore.

Lasciando per un attimo da parte il grande filosofo viennese, questo è un perfetto esempio di Fake Truth,  termine coniato da Riccardo Ruggeri (che leggo sul suo blog e ogni tanto su Carblogger.it) per definire il modo in cui una notizia obiettivamente vera viene usata a piacimento per fornire una interpretazione della realtà assolutamente distorta.

Fake Truth, perché non si spiega che l’aumento della C02 è certo un parametro per misurare l’inquinamento, ma non il più importante quando si tratta di tutelare la salubrità dell’aria e quindi la salute dei cittadini, soprattutto di coloro che vivono nei centri urbani. In questo caso, sono gli NOX che contano di più ed il particolato, decisamente più alti nelle vetture diesel.

Tornando a Popper, mi pare che non ci sia piena comprensione del problema che si vuole risolvere.

Un altro punto è il fatto che il campione di basse emissioni – appena al di sotto dei 100 g/km di CO2 – resta oggi Toyota. Questo risultato è il frutto di una strategia di investimenti sull’ibrido iniziata quasi 25 anni fa e che ha portato il costruttore giapponese ad essere leader mondiale nell’elettrificazione: una vettura su due venduta oggi in Europa è ibrida.

Un dato sufficiente a falsificare la teoria, secondo il metodo scientifico elaborato appunto da Karl Popper.

Tanto più che è all’inizio del 2018 è stata proprio la Toyota ad annunciare l’uscita dal diesel, prima sul mercato italiano, poi in tutta Europa, con un messaggio pubblicitario netto: Diesel Free, dritto al punto. Non mi stupirei se un giorno il costruttore cambiasse claim, tipo: al diminuire del diesel, anche il livello di C02 diminuisce. E se fosse il potere dell’ibrido?

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