E così Tavares guiderà la nuova società fra Fiat Chrysler e la sua Psa (Peugeot-Citroen-DS-Opel). Questa è la vera buona notizia di una fusione che, come in tutte le fusioni di qualsiasi settore, non sarà a costo zero per chi ci lavora al di là delle rassicuranti, precipitose e dunque sospette dichiarazioni.

Serve un uomo solo al comando per simile impresa, un po’ come sono stati Marchionne e Ghosn con tutto ciò che ne può conseguire anche negativamente. E Tavares assomiglia loro, tranne fisicamente nella sua magrezza contro due rotondità.

Un giudizio in breve? Accordo win-win, direbbero gli americani: Fiat Chrysler porta in dote l’America da cui ricava il 93% dei suoi profitti, il resto è Psa, con la possibilità di riempire insieme le fabbriche in Cina di Dongfeng, partner di Psa (Fca potrebbe abbandonare il suo), che adesso girano quasi a vuoto. Per altro sono ora guidate su scelta di Tavares da un italiano, Massimo Roserba, che conosce bene Fiat Chrysler dopo essere stato direttore marketing di Fca in Cina e poi rientrato in Italia nell’Alfa Romeo dei famosi “capannoni” di Marchionne.

Torno a Tavares, alla vera notizia. E’ un’asceta dell’automobile: non solo corre in proprio, ma va a collaudare le nuove auto di Psa facendo sudare i propri ingegneri, come mi raccontò con gli occhi al cielo uno di loro alla vigilia di un test a Sochaux. Una mani(a)co al volante.

Tavares ha salvato Psa dal baratro nel 2014 come Marchionne ha fatto con Fiat dal 2004, ha fuso la Opel con successo come Marchionne la Chrysler (cosa ovviamente più complessa). E ancora come Marchionne, ha sempre detto a voce alta di considerare l’elettrificazione una minaccia per i margini, salvo investire giusto in tempo su questa innovazione, al contrario del manager italiano.

I due divergevano su una fusione Fca-Psa. Tavares lo ha raccontato in un recente incontro a Londra di analisti di Bernstein di quanto gli diceva Marchionne “molti anni fa” e di non aver mai capito il “perché”: “Non siamo i partner giusti (not the appropriate)”. Divergevano anche sullo stile di lavoro: Sergio non conosceva tempo libero né lo dava agli altri, Carlos ogni sera alle 18 va a casa perché, sostiene, la famiglia è importante. Chissà se domani riuscirà a farlo ancora.

Di fusione Fca-Psa si era detto s scritto con insistenza in almeno due occasioni recenti, nel 2016 e nel 2017. Ma nonostante un vecchio e redditizio accordo industriale fra i due  gruppi sui commerciali grazie anche ai rapporti fra la famiglia Peugeot e la famiglia Agnelli, John Elkann aveva scartato provando a mettersi nelle braccia di Renault. Mossa che aveva un senso, ho scritto qui.

E Tavares cosa ha fatto? Si è seduto sul fiume ad aspettare che passasse il cadavere del suo nemico, tipica posizione maoista. Elkann è rimasto a piedi con Renault e la corrente lo ha portato inesorabilmente a valle.

E’ l’ultima chiamata per Fca. Dopo almeno quattro anni  (ricordate le avances di Marchionne alla Gm di Barra?) di ricerca pubblica e affannosa di un partner. Un the end non si nega a nessuno.

Lascia un commento