Volkswagen non vuole fare la fine di Nokia. Per i Millennials: Nokia era un telefono finlandese, tutto neutralismo e welfare state di fama e mercato mondiali, la cui batteria durava almeno tre giorni, riceveva e faceva telefonate e messaggi, non si rompeva mai. Un telefono intelligente. Poi sono arrivati telefoni più intelligenti e quella Nokia oggi non c’è più.

Solo due decenni fa. Se Volkswagen si fosse fermata al primo Maggiolino, sarebbe successa la stessa cosa.

“Siamo abbastanza veloci?”, ha sferzato i suoi Herbert Diess, il numero uno di Volkswagen primo costruttore auto mondiale, sottolineando con il paragone di Nokia la necessità di un cambiamento rapido e radicale del gruppo per sopravvivere. Come? Attraverso l’elettrificazione innanzitutto. Ci vuole più ambiente anche nell’auto. Sennò Nokia.

“Climate risk is investment risk”, ha scritto alla vigilia di Davos 2020 Laurence Fink, il numero uno di BlackRock – primo colosso mondiale degli investimenti con sede a New York – in una lettera agli amministratori delegati delle società che finanzia. Stavo per svenire: ma se “il rischio climatico è rischio d’investimento”, fino a quando vale la pena stare dentro società con rischi elevati per la sostenibilità?

Non che BlackRock sia diventata sponsor di Greta Thunberg: il gigante finanziario dovrebbe avere in portafoglio la gestione di fondi previdenziali di un bel numero di aziende carbonifere, società petrolifere e compagnia. Ma se perdono soldi o rendono meno rispetto a un mondo che chiede altro, BlackRock potrebbe decidere di accelerare il cambiamento cedendo azioni “a rischio climatico” di questo o di quello. Sarà abbastanza veloce? Sennò Nokia.

ps Povera Nokia. In realtà la società finlandese – insieme a Ericsson altro marchio (svedese) di telefoni in voga vent’anni fa e poi sparito – è oggi un costruttore di reti e compete sul 5G con il gigante Huawei. Ma per favore non ditelo a Diess e Fink.

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