Dis-moi, chi è più bravo Tavares o de Meo? L’amico parigino che per l’auto non ha mai lavorato nonostante la professione di tagliatore di teste (per un certo tempo), m’interroga sui due nuovi galli non francesi di Francia che dirigono rispettivamente Stellantis e Renault. Sa che li conosco abbastanza, uno un po’ di più per una lunga frequentazione in altra epoca. Portoghese il primo, italiano il secondo, due eccezioni al contrario rispetto alla celebre eccezione francese. Mondo sottosopra.

Et alors, insiste il mio amico? Beh, dico, sono il bianco e il nero. Tavares è un portoghese che non ama per nulla il calcio (strano davvero) e ama invece guidare automobili da corsa.  Mentre una volta de Meo fece inorridire Antonio Baravalle, altro Marchionne boy, perché amava gli scooter. Il bell’Antonio guidava solo moto, e infatti da lì a poco abbandonò il volante di Alfa Romeo per fuggire a Einaudi e poi a Lavazza (nonché tentato dalla Rai per Sipra). Due esprit lontani.

I due galli sono separati generazionalmente da un decennio mentre la natura ha dato spigolosità al primo ed empatia al secondo. Sono invece un tutt’uno per lo stato francese, che li ha voluti ai vertici dei due gruppi simboli della Francia automobilistica, Psa e Renault. E ora li protegge (in Stellantis John Elkann lo sa).

Tavares ha rimesso a posto i conti di Psa in breve tempo, poi quelli dell’acquisita Opel nello spazio di un mattino dopo oltre dieci anni di perdite miliardarie (riducendo però volumi e mercato) e per ultimo ha fatto guadagnare Stellantis nel 2020 pure in pieno lockdown da pandemia. De Meo è stato chiamato a fare la stessa cosa, anzi meglio (e intanto ha ridato al gruppo qualche luce) dopo che nel 2020 Renault ha perso 8 miliardi: ma Psa era andata sotto di 7,3 miliardi nei due anni precedenti l’arrivo di Tavares. E non per colpa di un coronavirus.

Il primo dà i numeri, il secondo li fa, butto lì pensando di cavarmela all’italiana. “Mon cher ami, non mi hai risposto: le meilleur enfin?”. Tempi troppo incerti tra carenza di chip che ferma l’industria ed elettrificazione galoppante per decisione politica, mi barrico dietro Napoleone: “Il generale più bravo è quello più fortunato”.

@fpatfpat

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