All’Avana ancora oggi la si può vedere a calle Oficios 12, al Museo del Automovil. E’ una Chevrolet Bel Air verde con tetto bianco usata da Che Guevara da ministro dell’industria del governo rivoluzionario cubano. La Oldsmobile (probabilmente una Rocket) che si scelse Fidel Castro sulla spiaggia di Miramar da un lotto di auto sequestrate una volta giunto al potere (e successivamente ripudiata per una Mercedes) è invece finita nel nulla. Mentre un’altra vecchia Oldsmobile Rocket 98, verde e del 1959, appartenuta a Camilo Cienfuegos la si può ammirare a calle Oficios.
Richard Schweid racconta questo e altro nel suo libro “Che’s Chevrolet Fidel’s Oldsmobile/on the road in Cuba” (edizione University of North Carolina Press/Chapel Hill and London), pagine corredate da foto in bianco e nero della Cuba pre e post rivoluzionaria. Il libro è un tributo alle circa 60.000 macchine made in Detroit ancora in circolazione per l’isola, un monumento vivente alla storia dell’auto trattandosi di veicoli importati a Cuba prima del 1959, l’anno della rivoluzione.
Il regime batista amava tutto dell’America, auto comprese. Ecco perché, come scrive Schweid citando El automobile de Cuba, tra il 1950 e il 1958 il numero di automobili sull’isola cresceva del 13 per cento all’anno, dalle 70.000 alle 167.000. «Allo stesso tempo – racconta sempre Schweid – circa il 30 per cento degli adulti era analfabeta e il 60 per cento lo era quasi, mentre un largo numero di cubani era troppo povero per affrontare la minima spesa medica. Nonostante tutto, l’isola aveva il record mondiale di vendite pro capite di Cadillac nel mondo».
[…] è stato sull’isola sa di che parlo: le Chevy e le altre macchine americane degli anni 50 imbalsamate dalla rivoluzione castrista, che ancora girano con sotto i lunghi cofani pezzi […]