Camminare in mezzo alla strada e non più sul marciapiede. Ormai la cosa, almeno a Roma,  ha assunto proporzioni molto vistose. Tali, da trascinarci verso l’inevitabile domanda: perché? E qui rispondere affidandosi solo alla logica diventa difficile. Ragionando a mente fredda, non ha molto senso, specie nelle strette vie della capitale, esporsi a rischi provenienti dagli automobilisti in perenne tensione o dai motociclisti che sfrecciano senza tanti complimenti fra un’auto e l’altra. Se ci si mettono anche i pedoni, ad occupare la carreggiata, circolare diventa ancor più difficile e periglioso.

Ma quel che non ha senso è la voluta esposizione al pericolo, perché il pedone romano non solo ha abbandonato il marciapiede, ma appropriandosi della carreggiata destinata al traffico veicolare, pretende anche di essere rispettato. Essendo il soggetto debole rispetto ai veicoli motorizzati, ciò sarebbe anche giustificato se non ci fossero, appunto, i camminamenti riservati a chi va a piedi.

E come se non bastasse questa esposizione al rischio, ci sono gli strumenti di comunicazione a rendere il pedone ancor più vulnerabile per via della inevitabile distrazione proveniente da un colloquio con il telefonino attaccato all’orecchio o dall’ascolto della musica con le cuffiette, azioni che spesso impediscono di sentire gli altri rumori provenienti dalla strada. 

Ma torniamo alla domanda iniziale: perché i pedoni hanno abbandonato il marciapiedi?  E qui le ragioni possono essere molteplici, dalle pavimentazioni mal messe e piene di piccole insidiose buche, ai depositi escrementizi dei cani (bestie amorevoli, di bella compagnia, spesso abbinate a dei gran maleducati), dai diffusi rischi di prendersi una secchiata d’acqua di signori (si fa per dire) che in pieno giorno curano le piante del loro terrazzo, per arrivare al timore di spiacevoli incontri o solo di incroci con aggressivi venditori ambulanti e questuanti, spesso purtroppo organizzati o obbligati a fare questo mestiere e non veri, poveri, sfortunati concittadini ai quali sarebbe doveroso dare una mano.

Lasciamo a chi studia i comportamenti dell’uomo la ricerca delle motivazioni che hanno finito per fare del pedone un’altra inattesa, pericolosa presenza sulla carreggiata in un traffico stradale già caotico di suo. Qui noi abbiamo voluto solo evidenziare un fenomeno assolutamente anomalo, che sta assumendo dimensioni significative, tali da meritare una pubblica segnalazione.

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