Marchionne dixit davanti alla platea di Cl di Rimini. Molto cose, ma su una in particolare ha assolutamente ragione: basta con i gelati e con certe rappresentazioni (un tempo erano gli spaghetti). L’Economist fa il suo mestiere che poi è anche il nostro, ma Renzi ne fa un altro e a questo si dedichi. Unico consiglio a Marchionne: lo dica pure a John Elkann, azionista del settimanale britannico.
A Rimini, il manager ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte del governo Renzi. Ho percepito più forte il secondo, quando sostiene che “saremo i primi a salutare le riforme se arriveranno, ma non possiamo riporre fiducia in un sistema che appare immobile”. Un giudizio negativo, come quello di altri industriali e di molta gente normale di questo paese che non vede miglioramenti dell’economia reale, anche se la borsa va e gli investimenti tornano. Per il colpo al cerchio, invece, Marchionne ha ribadito a ogni parola di avere incoraggiato il premier a tirar dritto e di condividerne gli obiettivi.
Insomma, dopo dieci anni a Torino, Marchionne di lotta e di governo è sempre lui. Da una parte conferma la linea storica della Famiglia: la Fiat è sempre governativa, o come diceva, l’Avvocato “un Agnelli non può stare più di due mesi all’opposizione”. Dall’altra, a Rimini il manager sembra essere entrato nel bimestre contro: che per altro coinciderà con il suo trionfo – personale prima che del gruppo – con la quotazione in borsa a Wall Street di Fiat Chrysler Automobiles entro ottobre. Cosa che gli permetterà ancora più di essere di lotta. Uno che fa e che non squaglia gelati.
Per avere a che fare di nuovo con il Marchionne di governo, bisognerà tornare a fare i conti sugli investimenti promessi per le fabbriche italiane, sui nuovi prodotti, sull’uso della cassa integrazione. Che è poi quello che interessa davvero a noi come all’Economist.
Beh, il fatto che il divo Sergio sia dovuto andare fino al meeting di Cl per dispensare le perle della sua saggezza al dice lunga sulla voglia che di dargli retta ormai cova nell’intero Paese. Per un po’ gli si è dato ascolto col dovuto rispetto, ma al campionato mondiale degli annunci credo che Marchionne batta Renzi con un bel 6 a 0 tennistico.